Vancouver come Messina, o la California: vista la sua rischiosa posizione sulla placca canadese, la città delle Olimpiadi Invernali 2010 attende il suo “big one” e il dubbio non è se un forte terremoto arriverà o meno, ma quando!
L’ultimo grande sisma che ha colpito la città si è verificato circa 300 anni fa, prima che i coloni europei arrivassero a fondare la città. Per questo motivo, dopo decenni in cui gli allarmi si sono susseguiti, la popolazione locale ha ormai perduto la fiducia in quelli che considera “profeti di sventura” e non crede più all’attendibilità di questa previsione.
Ma con la sua posizione lungo la costa dell’Oceano Pacifico, Vancouver si trova lungo la “Cintura del Fuoco” così come Anchorage, Seattle, San Francisco e Los Angeles.
Secondo una ricerca dell’Università dell’Oregon realizzata all’inizio di quest’anno, c’è una possibilità su tre (il 33%, quindi!) che entro i prossimi 50 anni un forte terremoto colpisca il Pacifico nord/occidentale, nella zona di Seattle, Portland, Vancouver e Victoria.
I ricercatori hanno scoperto che la regione della Cascadia non è una singola zona di subduzione, ma piuttosto è composta da almeno 4 segmenti separati. Faglie differenti e tutte potenzialmente distruttive: per questo motivo i terremoti potrebbero essere più frequenti.
Il Sindaco di Vancouver, Gregor Robertson, ha detto che “dobbiamo essere pronti a eventi del genere. I cittadini devono prepatrarsi perchè hanno un grande ruolo. Purtroppo la città non è pronta a un’emergenza del genere, nè gli abitanti sanno se le loro case sono costruite rispettando le normative antisismiche“. Parole che potremmo ripetere per ogni città Italiana senza modificarne neanche una virgola!
Il Sindaco, che dall’inizio del suo mandato nel 2009 si occupa moltissimo dei temi ambientali e naturalistici, ha annunciato un programma di educazione e divulgazione nei confronti della popolazione molto dettagliato, seguendo il modello della California.
Secondo un sondaggio di un quotidiano locale, però, solo il 17% degli abitanti di Vancouver è pronto a un’eventualità del genere. E il Sindaco Robertson pensa che sia colpa del fatalismo: “dobbiamo trasmettere con più enfasi il messaggio secondo cui senza ombra di dubbio prima o poi un terremoto forte nella nostra città si dovrà verificare, perchè gli esperti ci dicono questo. Anche se non è mai successo da quando le nostre comunità si stanziarono qui, e quindi non abbiamo un ricordo diretto, dobbiamo prendere coscienza di questi rischi. Il fatto che non ci sia memoria storica su questo tema è un bel problema, ma nel terzo millennio bisogna saper andare oltre questi steccati medioevali e utilizzare i suggerimenti della scienza“.
Intanto in varie zone della Città sono stati costruiti, negli ultimi mesi, veri e propri bunker antisismici in cui almeno parte della popolazione potrebbe rifugiarsi. I bunker sono dotati di kit di sopravvivenza che negli ultimi periodi stanno destando grandi interesse anche nei negozi e nei centri commerciali, dove possono essere acquistati dai privati per meno di 30€. Si tratta di cofanetti che garantiscono la sopravvivenza almeno per le prime 72 ore dopo il terremoto, anche qualora si rimanesse intrappolati tra le macerie. All’interno del kit si trovano soprattutto dei materiali che possono servire per trattenere il calore corporeo, perchè dato il clima di Vancouver, qualora un forte sisma si verificasse in inverno, sarebbe difficile per i soprasvvissuti al crollo, resistere al gelo Canadese. Inoltre ci sono dei bastoncini sonori e luminosi che possono servire per attirare l’attenzione rispetto alla propria posizione, oltre a un tipo di cibo preparato in modo che possa fornire una grande quantità di energia e non stimolare la sete.