«Questo è probabilmente il primo progetto di questo tipo a livello mondiale che vede coinvolte delle scuole superiori. Edusat è un progetto finanziato dall’Asi (Agenzia spaziale italiana) che ha lo scopo di coinvolgere gli istituti secondari nella realizzazione di qualcosa che potesse volare per davvero». Così Chantal Cappelleti (nella foto) dottoranda dell’università La Sapienza e coordinatrice del progetto riassume, in un’intervista all’Adnkronos il lavoro che è dietro al lancio del satellite Edusat avvenuto due giorni fa. Il progetto tutto italiano è stato realizzato con la collaborazione del gruppo di astrodinamica del ’La Sapienzà Gauss e dell’azienda privata Imt srl.
«L’Asi – spiega Cappelletti – ha affidato la parte didattica ad un’impresa privata la Imt (Ingegneria Marketing Tecnologia) srl che ha gestito il lavoro di 20 scuole su tutto il territorio nazionale. Il progetto è infatti organizzato in più parti: gli studenti delle scuole superiori hanno realizzato il payload principale, ovvero un sensore che permette di capire la posizione del satellite rispetto al sole. Noi del Gauss invece abbiamo lavorato in parallelo con l’istituto secondario Geymonat di Tradate (Va) che ha progettato un sensore di temperatura».
«Lo scopo dell’Edusat – continua – è quello di testare nuove tecnologie, sviluppare nuovi sistemi e abbassare il costo di costruzione dei satelliti in modo da rendere più economico l’accesso allo spazio. Il satellite grande circa 32 centimetri ha un peso di circa 10 chili ed è un ’microsatellitè. Oltre a questi due payload Edusat ospita un magnetometro realizzato sempre dal gruppo Gauss, una serie di sistemi radio ed elettronici sperimentali progettati e realizzati dal gruppo, il sistema di rilascio ’MrFod’, nuove batterie a litio, nuovi trasmettitori per connettersi con la Terra e un sistema di deorbiting che permetterà al satellite di rientrare sulla terra entro 25 anni evitando che diventi spazzatura spaziale».
«Il Gauss ha già lavorato in passato su diversi satelliti – dice Chantal Cappelletti – il primo fu l’Unisat nel 2000 e ogni due anni al Gauss si cerca di far coincidere il compimento dei due anni di corso della specialistica con la realizzazione di un progetto concreto. Quest’anno stiamo intensificando l’attività e dopo l’Edusat verrà lanciato l’Unisat 5 e con la collaborazione dell’Agenzia spaziale Europea, saranno lanciati altri nuovi satelliti più piccoli, grandi circa 10 centimetri. L’intenzione del Gauss è quello di ampliare le collaborazioni con le scuole superiori e con il nuovo programma ’alere flammam’ estendere la collaborazione anche a studenti più piccoli».
«Nella creazione di questo satellite abbiamo inoltre voluto unire la scienza con l’arte e abbiamo inserito a bordo un’opera di Paolo Monti – conclude Cappelletti – L’artista ha infatti realizzato un dollaro che ’sbiancatò è stato privato di tutti i simboli propri della moneta americana ed è stato firmato da tutti noi del Gauss e da lui. Quest’opera rientra nel lavoro più ampio di Monti che mira depauperare il dollaro allo scopo di trasformarlo da simbolo del potere in quello dell’unione».