“Non è un cambio di stagione”: il nuovo libro di Martin Caparròs racconta le esagerazioni dei catastrofismi climatici

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Da alcuni anni, ogni mattina il mondo si sveglia sotto la minaccia di una nuova apocalisse. Per gli ecologisti è rappresentata dal cambiamento climatico. Governi, celebrità, organismi internazionali, grandi corporation, piccole ong, si sono lanciate nella lotta contro il cambiamento.
“Non è un cambio di stagione”, il nuovo libro di Martin Caparròs è un viaggio in nove diversi paesi – Brasile, Nigeria, Niger, Marocco, Mongolia, Australia, Filippine, isole Marshall, Stati Uniti – che stanno soffrendo maggiormente la minaccia climatica. Ed è, soprattutto, una riflessione affilata, uno sguardo provocatorio sulle contraddizioni dell’ecologismo esasperato, dell’ambientalismo che si fa business, del principio che si fa moda. È il mondo degli ecololò che Caparrós smaschera con ironia e intelligenza ridando la parola agli ultimi della terra e accompagnandoci ai confini del mondo. E lo fa proponendo un genere misto, una cronaca che pensa, un saggio che racconta.

L’autore ha spiegato che “Senza offesa, credo che l’enorme attenzione che si sta dedicando alla minaccia del cambiamento climatico si relazioni soprattutto a vantaggi politici ed economici che quei timori possono generare“. In un’intervista rilasciata a Stefania Divertito di http://www.metronews.it/, l’autore ha detto che “ci vogliono convincere che non c’è nulla di più pericoloso del cambiamento, che quello che abbiamo è il meglio, e che siamo sempre sul punto di perderlo se non lo conserviamo. Ma non è così. Dobbiamo chiederci a chi fanno comodo queste teorie. Ci tengono buoni con la paura. Ma altri si arricchiscono, fanno affari, diventano famosi, vincono nobel, come Al Gore. Vede, in realtà non interessa ai potenti che decidono cosa accade a quei popoli. In Niger ho potuto constatare proprio questo, e contesto questa teoria del cibo organico, perchè non prende in considerazione popoli che muoiono di fame. Per avere cibo biologico si eliminano le sostanze chimiche dai processi produttivi e si impoveriscono le coltivazioni che potrebbero con fertilizzanti e altre sostanze sfamare migliaia di persone. Ma a chi importa di loro? Copenaghen ha raccolto nel 2009 i potenti della Terra per il vertice sui cambiamenti climatici. Un mese prima, a Roma, al vertice Fao, non c’era alcun grande capo di Stato. I più famosi: Lula, Mubarak e Gheddafi. E a seguire una commovente lista di presidenti africani“.

Martín Caparrós (Buenos Aires, 1957) si è laureato in Storia a Parigi, è vissuto a Madrid e New York e ha diretto riviste culturali. Ha tradotto Voltaire, Shakespeare e Quevedo, ha vinto il Premio Planeta Latinoamericano, il Premio Rey de España e la borsa di studio Guggenheim. Le sue opere sono state tradotte in svariate lingue. E’ considerato il padre del giornalismo narrativo sudamericano.

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