Gli elefanti asiatici resistono al caldo torrido e all’afa grazie a un sistema di regolazione della temperatura corporea molto simile a quello dei cammelli, che permette di accumulare calore durante la giornata e di dissiparlo nelle ore piu’ fresche della notte. Lo dimostra uno studio del Research Institute of Wildlife Ecology di Vienna pubblicato sulla rivista Journal of Comparative Physiology B. Protagonisti della ricerca sono 11 esemplari adulti della specie Elephas maximus, che vivono in Thailandia con temperature diurne comprese fra i 30 e i 35°C.
I ricercatori hanno fatto ingerire loro dei piccoli termometri per monitorare in modo costante la loro temperatura corporea nel tratto gastrointestinale, e hanno confrontato questi dati con quelli di altri sei pachidermi della stessa specie ospitati nello zoo di Monaco di Baviera a temperature ambientali decisamente piu’ fresche. Dall’analisi statistica dei dati e’ emerso che nell’arco delle 24 ore gli elefanti thailandesi vanno incontro a notevoli variazioni della temperatura corporea, pari addirittura al doppio dei cugini tedeschi. In pratica, per resistere alla calura diurna, gli esemplari asiatici abbassano la temperatura corporea in modo molto evidente durante le ore piu’ fresche della notte. Questo processo, detto di ‘eterotermia’, permette agli elefanti di crearsi una sorta di ‘riserva termica’, per poi accumulare calore durante il giorno senza stressare troppo l’organismo. ”L’eterotermia e’ un meccanismo di termoregolazione che conoscevamo in animali tipici del deserto come i cammelli e le antilopi, e ritrovarla in animali che non vivono tra le dune e’ stata davvero una sorpresa”, spiega il ricercatore Thomas Ruf. ”La nostra scoperta – aggiunge – suggerisce che l’eterotermia possa essere molto piu’ diffusa tra i mammiferi di quanto pensato finora”.
La strategia anti-afa dell’elefante asiatico
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