Immaginate New York sommersa dall’acqua? Manhattan sprofondata negli abissi marini con i suoi grattacieli e le sue opere d’arte storiche?
Se ne discute da tempo, sul web circolano centinaia di fotomontaggi e video degni di Hollywood, ma in questi ultimi giorni ne parlano anche i mass-media di tutto il mondo perchè due giorni fa è stato presentato uno studio scientifico, chiamato ‘ClimAID‘, incentrato proprio sugli effetti dei cambiamenti climatici su New York. Dopo due anni di analisi ne è venuto fuori un rapporto di 600 pagine che hanno impressionato il Sindaco Michael Bloomberg. Gli studiosi della Cornell e della Columbia University non lasciano scampo alla più importante città degli Stati Uniti d’America, che entro il 2020 rischia di essere sommersa dalle acque non appena si dovesse verificare il passaggio di un uragano dalla potenza simile a quello di Irene, che ha colpito l’east coast pochi mesi fa. La causa sarebbe da ricercare nei cambiamenti climatici e nel riscaldamento globale, che causerebbe un aumento del livello dei mari.
Secondo lo studio, che si può consultare integralmente in questa pagina e che sta facendo discutere moltissimo oltre oceano, i newyorkesi dovrebbero prepararsi ad avere estati sempre più calde, inverni con sempre più neve ma soprattutto gravi inondazioni che provocherebbero “effetti devastanti sull’ambiente e sulle comunità di New York“.
“In meno di un’ora – scrivono gli esperti – un terzo delle strade di New York potrebbe essere invaso dalle acque e queste a loro volta potrebbero inondare molti tunnel che portano a Manhattan” ma non solo. “L’innalzamento del livello del mare dovuto al cambiamento climatico – continuano gli studiosi – potrebbe lasciare Manhattan pericolosamente esposta alle inondazioni durante forti tempeste. Ma l’intera città dovrebbe subire le conseguenze del riscaldamento climatico“.
E il rapporto assume connotati davvero catastrofici se si guarda oltre il 2020: “se non si farà nulla per frenare il rapido scioglimento dei ghiacciai polari, le acque attorno a Manhattan e Long Island potrebbero innalzarsi fino a 25 cm, mentre nel 2050 l’aumento del livello del mare potrebbe arrivare a un metro. La maggior parte dei tunnel, delle metropolitane, delle autostrade e delle ferrovie che attraversano il Bronx e passano sotto il fiume Harlem e sotto l’East River sarebbero inondate in meno di un’ora. Il sistema dei trasporti potrebbe essere bloccato per più di un mese“, un pò come sta accadendo in queste settimane a Bangkok, la capitale della Thailandia, dopo un monsone da record.
La seconda parte del rapporto è tutta “politica“. Abbandona il campo scientifico e climatico per dare consigli e istruzioni alle autorità, invitando gli amministratori a prendere “subito le misure necessarie per evitare in futuro una tragedia di portata immane“.
Il rapporto, infatti, invita gli amministratori innanzitutto a evitare lo sviluppo urbanistico nelle zone costiere e nelle zone pianeggianti attraversate dai fiumi. “I rischi e le conseguenze sono enormi“, dichiara Art De Gaetano, climatologo alla guida del team di 50 scienziati che hanno partecipato allo studio. “Naturalmente aree della città che oggi sono molto popolate diventeranno inabitabili con l’innalzamento del livello del mare“. Ma, come ha detto il climatologo al New York Times, “questo cambiamento climatico offre anche opportunità. Ci aspettiamo ad esempio che lo Stato di New York resti un territorio ricco d’acqua. Noi potremmo capitalizzare questa risorsa mentre altre parti del Paese saranno affette da una grave siccità“.
Lo studio è stato commissionato dal New York State Energy Research and Development Authority, un istituto pubblico nato nel 1975 e che ha come obiettivo “la riduzione dei comsumi energetici e la promozione dell’uso di fonti rinnovabili per la tutela dell’ambiente“. La “mission” dell’istituto è quella di “facilitare il cambiamento attraverso lo sviluppo e il diffuso utilizzo di tecnologie innovative per migliorare l’efficienza dello Stato e il benessere ambientale“.
E che adesso si ritrova a fronteggiare anche un’emergenza ancor più preoccupante. Quella di una New York sommersa, come nessuno di noi vorrebbe mai vederla davvero.