In 20 anni nel mondo si sono registrati oltre 650mila morti causati da circa 14mila eventi meteorologici estremi, con una perdita di oltre 2mila miliardi di dollari. E gli eventi estremi che hanno funestato l’Italia nelle ultime settimane, mietendo anche molte vittime, sono un campanello d`allarme anche per il nostro paese: “L`Italia – + l’allarme lanciato dal Wwf – non può continuare a ignorare il cambiamento climatico, anche perché il suo territorio, reso fragile dall`intervento umano, dalla cattiva gestione e dalle caratteristiche morfologiche, è fortemente a rischio. Al contrario, la urgente pianificazione della messa in sicurezza del territorio e della prevenzione dei rischi dovrà tenere conto dell`aumentodel numero e dell`intensità dei fenomeni, provocata dal riscaldamento globale“.
Per questo il Wwf chiede che sia messa tra le massime priorità l`approvazione di una strategia e di un piano di azione di adattamento ai cambiamenti climatici già in atto, che si integri con i piani di difesa del suolo, manutenzione del territorio e gestione delle risorse e dei bacini idrici: ce l`hanno quasi tutti i Paesi, europei e non. L’associazione ambientalista chiede anche che l`Italia contribuisca alla battaglia mondiale per rallentare e fermare il riscaldamento globale con un vero piano di drastica riduzione delle emissioni di gas serra e di decarbonizzazione dell`economia. La comunità scientifica è convinta che il cambiamento climatico sia per il 95% provocato dalle attività umane con l’uso dei combustibili fossili per la produzione di energia, per i trasporti, per il riscaldamento, deforestazione, agricoltura. Il cambiamento climatico sta rendendo meno prevedibile il tempo meteorologico, più incerte le piogge e più probabili le precipitazioni intense associate ai temporali; queste ultime sono anche aumentate in frequenza. Le aree urbane possono contribuire ad aumentare l’attività temporalesca perché le loro superfici edificate raggiungono temperature più elevate rispetto alle aree circostanti e creano una circolazione dell’aria a livello locale che produce un ‘isola di calore urbana’.