La sonda New Horizons della NASA rischia un impatto fatale

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Credit: NASA

Quando la sonda New Horizons della NASA raggiungerà Plutone nel Luglio 2015, potrà non avere vita facile. La scoperta delle diverse nuove lune intorno a Plutone ha aumentato il potenziale rischio durante il passaggio ravvicinato della sonda a causa dei detriti. Le piccole lune sono sotto costante bombardamento da parte di rocce spaziali della Cintura di Kuiper, ma la bassa gravità delle lune impedisce loro di aggregarsi ai corpi rocciosi. I detriti si trovano invece nella regione in orbita intorno al pianeta nano Plutone, area che appunto potrebbe rappresentare una seria minaccia per la New Horizons. “Il problema a cui probabilmente si potrà andare incontro è quello che la navicella possa essere colpita da un oggetto grande abbastanza da distruggerla istantaneamente“, ha detto il ricercatore Alan Stern, del Southwest Research Institute di San Antonio, Texas, al sito space.com. Anche se le telecamere della sonda New Horizons inizieranno ad osservare il sistema di Plutone diversi mesi prima del suo massimo avvicinamento, non saranno in grado di rilevare la velocità in volo delle particelle di dimensioni molto piccole, che potrebbero significare la morte istantanea se dovessero entrare in collisione con il veicolo. Caronte, il primo satellite naturale di Plutone, fu scoperto nel 1978, quasi 50 anni dopo la scoperta del pianeta nano. Nel 2005 il telescopio spaziale Hubble ha scoperto altri due satelliti soltanto due mesi e mezzo prima che venisse lanciata la sonda. Nel Luglio di quest’anno ne è stato scoperto un altro e ci sono indizi che dicono che ne possano esistere altri due. Avendo scoperto tre delle quattro lune di Plutone negli ultimi cinque anni, gli astronomi “temono” che ne possano esistere altri ancora più nascosti. A causa di queste nuove scoperte un gruppo di esperti si è riunito per analizzare i reali rischi che la sonda New Horizons potrebbe trovarsi ad affrontare, e dopo aver determinato un reale pericolo, si è discusso su come evitarlo. Lo scopo è quello di monitorare costantemente l’area con il telescopio spaziale Hubble e con i telescopi di Terra per cercare di scoprire le eventuali orbite prima dell’arrivo della navicella. Ma la ricerca non significa necessariamente avere successo. “Se ci dovessero essere satelliti troppo piccoli, tanto da non essere visibili dalla Terra, allora è probabile che non possano essere visti”, ha detto Stern. Per questo motivo si è pensato di variare il percorso della navicella per tenerla ad una distanza di sicurezza. Ma questa potrebbe essere una soluzione soltanto se i detriti si trovano sullo stesso piano come gli anelli di Saturno, ma se dovessero trovarsi in una nube, anche in questo caso il pericolo sarebbe elevato. In quel caso la New Horizons terminerebbe in anticipo il suo viaggio verso Plutone e la periferia del Sistema Solare. Non c’è la possibilità di “ferirsi” attraverso questi impatti: o si vive o si muore. Non possiamo fare altro che augurare buona fortuna alla New Horizons.

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