Un nuovo studio ha dimostrato come il mega terremoto del Marzo 2011 che ha devastato il Giappone, ha aperto varie fessure al largo delle coste sul fondale marino, di cui una di almeno tre metri di spessore. Secondo Takeshi Tsuji, ricercatore dell’Università di Kyoto in Giappone, l’enorme cicatrice si trova attualmente sul fondo del Pacifico, dove in precedenza vi erano letti di vongole. Queste enormi spaccature sono state rivelate da sommergibili marini che hanno indagato i fondali dopo il terremoto di magnitudo 9.0, mostrando come la crosta intorno all’epicentro si sia ampliata e screpolata. Tsuji e colleghi hanno avuto la grande opportunità di vedere come il fondo marino sia cambiato dopo il fortissimo sisma. Prima dell’evento, i ricercatori avevano ripreso video e fotografie del fondale nella parte continentale della Fossa del Giappone, nei pressi della crosta che in seguito alla rottura ha generato un enorme tsunami che ha ucciso circa 20.000 persone. In una precedente indagine del 2006, il fondo marino era coperto da sedimenti e anemoni di mare e a quei tempi non erano state osservate spaccature. I video hanno mostrato un fondale marino silenzioso, rotto solo da occasionali letti di molluschi, come ha riportato Tsuji in occasione della riunione annuale della American Geophysical Union (AGU). Da circa 3.200 a 5.350 metri sotto la superficie dell’Oceano, i ricercatori hanno visto fessure aperte in “luoghi diversi”, ha detto Tsuji. Si andava da circa 1 a 3 metri di diametro, anche se i ricercatori non sono stati in grado di misurare la profondità di queste nuove ed estese crepe. Unendo le loro osservazioni dirette con le indagini sismiche del fondo marino, i ricercatori hanno scoperto una serie di difetti complessi intorno alla zona in cui la crosta continentale, al largo della costa del Giappone, è stata costretta ad essere subdotta sotto la placca tettonica del Pacifico. La rottura ha quindi spinto verso l’alto una massiccia quantità di fondale marino, che a sua volta ha innescato l’enorme tsunami che ha devastato la costa.