Sin dagli albori dell’era spaziale, l’uomo ha “inquinato” lo spazio intorno al nostro pianeta con detriti spaziali di ogni dimensione. Sin da quei tempi c’è stato un palese disprezzo per la raccolta o il riciclaggio di questa spazzatura, che rappresenta i resti di veicoli e molti stadi superiori dei veicoli di lancio. Se anche non lanciassimo altri satelliti o sonde nello spazio, i detriti continueranno a propagarsi a causa di collisioni casuali che ne aumenteranno il numero. Ogni collisione si traduce infatti in oggetti sempre più piccoli. Con il passar del tempo il numero degli oggetti di grandi dimensioni diminuirà, e le collisioni saranno esclusivamente causate da oggetti di piccole dimensioni. La frequenza di questi eventi aumenta in modo esponenziale la possibilità di ritrovarci una nuvola di detriti relativamente densa di polvere che causerebbe uno spesso strato di particelle molto piccole tra le altitudini di circa 750 e 1100 km. La densità istantanea varia simmetricamente con la latitudine, e risulta assialmente simmetrica rispetto ai poli. La più alta densità si verifica ad alte latitudini. Ogni particella viaggerà a più di sette km/sec. Questo processo si svolgerà nei prossimi decenni, sino ai prossimi secoli. Nessuno sa con certezza quando potrebbe accadere, ma sappiamo che il processo è iniziato. Il punto di domanda immediato che dobbiamo porci è: quando andiamo a ripulire lo spazio? Ma, la vera domanda è: possiamo ripulire lo spazio dai detriti? La risposta pratica e realistica è: Non vi è alcun modo per ripulire tutto, o anche una gran parte, dei detriti. Sì, potremmo spendere un sacco di soldi per rimuovere alcuni oggetti molto grandi come i satelliti fuori uso e i fatiscenti stadi superiori. Ma, anche con una missione simile, il pericolo di nuovi satelliti ad altitudini tra i 750 ei 1100 km rimane. Se non riuscissimo a ripulire lo spazio sufficientemente per alleviare la minaccia di collisione ai satelliti operativi, che cosa possiamo fare? Ci sono diverse risposte in merito a questa domanda. Un approccio è quello di aggiungere una sorta di schermatura detriti ai satelliti per la protezione contro eventuali collisioni con detriti molto piccoli. Un altro approccio potrebbe essere quello di smettere di lanciare satelliti in orbita compresa in quella fascia di altitudine. Purtroppo, ci sono alcune valide ragioni che hanno reso questo trend molto desiderabile negli ultimi 50 anni. Tuttavia, il livello di desiderabilità ora viene contrastato dalla indesiderabilità di potenziali collisioni. Si può solo concludere che in un prossimo futuro la voglia di lanciare satelliti sarà minore, in quanto si penserà soprattutto al pericolo di collisioni che potrebbe compromettere il tutto. Negli ultimi tempi, il satellite UARS e il satellite ROSAT, hanno destato paura nella popolazione mondiale. La domanda quindi ora diventa: quando dovremmo cominciare seriamente a prendere in considerazione nuovi modi in cui utilizzare lo spazio? La risposta pratica è: da subito.