Il 24 Giugno del 1947 un pilota americano, Kenneth Arnold, avvistò in prossimità del monte Rainier (Stato di Washington) una formazione di misteriosi oggetti volanti. Da quel giorno la stampa di tutto il mondo ha preso ad occuparsi di frequente dello sconcertante fenomeno. Denominati dischi volanti in Italia, questi oggetti continuano a distanza di decenni ad essere segnalati nei cieli di tutto il mondo. Discoidali, sferoidali, cilindrici e con le più svariate forme, ad essi si addice ormai la nota denominazione anglosassone coniata dai militari americani “Unidentified Flying Objects” o UFO, letteralmente tradotto come oggetti volanti non identificati. Dal 1947 ad oggi, i vari organi di informazione hanno segnalato decine e decine di migliaia di avvistamenti e vari presunti atterraggi di tali oggetti. Le testimonianze sono arrivate non soltanto da gente comune con gli occhi rivolti all’insù, ma anche da militari, professionisti, piloti in volo. Negli USA l’United States Air Force, l’aeronautica militare americana, ha studiato il fenomeno sin da quella notte del 1947, attraverso gli appositi progetti Project Sign e Project Grudge, poi seguiti dal Project Book. Vari ufficiali dell’aeronautica militare italiana hanno asserito di aver visto transitare oggetti anomali sul litorale tirrenico, come riferisce testualmente un comunicato ufficiale rilasciato, nell’Ottobre del 1954, dal ministero della Difesa. Ma non soltanto osservazioni dirette: esistono molteplici casi in cui questi oggetti sarebbero apparsi sui radar delle torri di controllo, per poi sparire improvvisamente nel nulla. Negli USA, in Francia e in Canada furono istituite vere e proprie commissioni di studio ufficiali, mentre in Brasile, nell’ex URSS, in Spagna, in Iran e in Kuwait vennero promosse incheste dalle proprie autorità. In una conferenza stampa tenutasi a Firenze nel 1978, il prof. Joseph Allen Hynek disse: ”quando ho iniziato le prime ricerche sugli UFO nel 1948, ero completamente scettico. Credevo che si trattasse solo di sciocchezze, più o meno di una moda che sarebbe passata con il tempo. Ma non è stato così. Ora, secondo me il fenomeno esiste e non è limitato al solo mondo occidentale ma è globale, presente cioè su tutta la Terra. Il 90% dei casi può essere spiegato in modo razionale, con riferimenti a fenomeni naturali o di origine meccanica tradizionale. Ma rimane un 10% del tutto inspiegabile, secondo queste interpretazioni. E soesso le testimoniance ci vengono da persone di indubbia serietà e responsabilità”. Queste parole valgono ancora oggi, nonostante siano trascorsi oltre 30 anni. Dal 21 Agosto del 1970, su mozione del professor Antony Hewish, scopritore delle pulsar, il congresso dell’Unione Astronomica Internazionale ha stabilito la necessità di tenere segreta alle masse l’eventuale esistenza di creature extraterrestri per tema delle ancora imprevedibili conseguenze che la notizia potrebbe avere, a tutti i livelli, su un’opinione pubblica impreparata. L’umanità, secondo l’organizzazione, si ritroverebbe di fronte ad uno shock enorme.
5 Novembre 1975. Sette guardie forestali, a bordo di un camioncino, si sono addentrate nella foresta come tutti i giorni, nel loro lavoro di routine nei boschi. Ad una curva si imbattono in un grande oggetto che emana una luce brillantissima. Fermano la macchina, inchiodate dal terrore. Solo una di loro, Travis Walton, scende e corre verso l’oggetto. Riferirà poi che era stata più forte la curiosità della paura. Aveva temuto che l’oggetto si allontanasse prima di poterlo osservare meglio da vicino. Ma arrivato più sotto, un raggio di luce lo colpisce e lo sbatte al suolo dove, aggrappandosi con le mani, prova una violenta scossa elettrica. I suoi compagni dopo un istintivo inizio di fuga decidono di tornare sul posto per aiutarlo. Ma, sia Walton che l’oggetto sconosciuto sono scomparsi. Dopo vane ricerche, essi avvisano la polizia che, scettica a dir poco, li sottopone ad un test con il lie detector (la macchina della verità) dopo i più minuziosi interrogatori. Poteva trattarsi di una favola inventata per nascondere un delitto. Intanto, di Walton nessuna traccia. Elicotteri, cani poliziotto perlustrano una vasta zona, inutilmente. Finchè, al quinto giorno, l’uomo ricompare, a una trentina di Km dal luogo in cui era avvenuto l’incontro con l’UFO. Racconta di essere stato sottoposto ad ogni tipo di esami nell’interno della macchina, prima di perdere conoscenza.
7 Gennaio 1948, prime ore del pomeriggio. Un grande corpo volante discoidale e luminoso è avvistato dai cittadini di Madisonville e da migliaia di testimoni in tutto il Kentucky, agenti di polizia compresi. Comparso poco dopo sulla base aerea dell’USAF di Godman Field, non lungi da Fort Knox, viene inseguito da tre “Mustang” F-51, in volo di ricognizione. Il capo squadriglia, capitano Thomas Mantell, reduce della seconda Guerra Mondiale, ha l’ordine di intercettarlo. “Ho avvistato l’oggetto”, comunica il pilota alla torre. “Sembra di metallo, ed è di dimensioni spaventose. Ora comincia ad innalzarsi”. Segue una lunga pausa….! “Si trova sempre sopra di me e procede alla mia stessa velocità, se non ad una maggiore….ora mi sto portando ad una quota di seimila metri…..se non mi riesce di avvicinarlo, abbandonerò l’inseguimento”. Ufficialmente, questo fu l’ultimo comunicato del capitano Mantell. Il corpo del pilota fu trovato sfracellato fra i frammenti del suo apparecchio ad una novantina di miglia dal campo. Le spiegazioni contraddittorie delle Autorità non valsero a chiarire il mistero della sua fine.
23 Novembre 1953, tarda serata. Una stazione radar della difesa aerea del Michingan rileva un ordigno volante sconosciuto su Soo Locks (le dighe sul canale di Sault Sainte Marie). Viene dato l’allarme ed un F-89 con ai comandi il tenente Felix Moncla e con l’addetto al radar tenente R.Wilson decolla dalla base dell’USAF di Kimross per intercettare l’intruso. Sulla scia dell’obiettivo, il jet militare punta verso il Lago Superiore. Ad un certo momento l’operatore della base si accinge a comunicare ai due piloti che l’UFO sarebbe dovuto, data la distanza ravvicinata, essere visibile anche sul radar di bordo. Ma constata che sullo schermo i due “blip” si sono fusi in uno solo. Vi è dunque stata una collisione? Il caccia statunitense non rispose più e non fece rientro. E a dispetto delle ricerche, non se ne ritrovò il minimo frammento, come se si fosse volatilizzato con l’oggetto inseguito, rapidamente allontanatosi.
21 Ottobre 1968, ore 19:06. Il pilota Frederik Valentich, sullo stretto di Bass (Australia) ai comandi di un Cessna 182, comunica alla torre di Melbourne di essere inseguito da “un grande aereo munito di quattro luci brillanti”. Ma non è un aereo. L’oggetto è di forma allungata, e comincia ad esibirsi in una specie di gioco attorno al piccolo Cessna. Alle 19:12 l’ultima comunicazione di Valentich che informa che l’intruso gli è sopra. Segue quindi un rumore metallico prolungato ed i contatto si interrompe. Di Valentich non fu trovata traccia, e così pure del suo aereo. Questi ed altri episodi del genere pongono l’inquietante problema della presunta ostilità del fenomeno.
Gli UFO sono apparsi da un giorno all’altro da un capo all’altro della Terra, fra le popolazioni più disparate. E’un fenomeno di portata mondiale, ed un mistero che avvolge l’umanità da decenni. Centinaia di casi sono stati archiviati come “inspiegabili”. Non c’è da pronunciarsi in maniera definitiva sull’argomento. Ci sono testimonianze da scartare, fenomeni ottici di rifrazione o di ionizzazione atmosferica, palloni sonda meteorologici, corpi celesti, aerei visti in particolari condizioni, satelliti artificiali, fulmini globulari, allucinazioni collettive, ma ci sono anche storie incredibili raccontate da persone credibili. Proprio quest’ultimo punto ci pone delle serie difficoltà. Forse lassù esistono mondi abitati da forme di vita intelligente, e forse è da tempo che viaggiano nel tempo e nello spazio. Ognuno di noi può farsi la sua idea.