Nelle ultime ore decine di scosse sismiche hanno interessato la pianura Padana, con epicentri concentrati nel Veronese e nel Reggiano. Le due scosse più forti sono state quella di ieri mattina, 4,9 richter, e quella della precedente notte a Verona, 4,2 richter. Ma altre due scosse hanno superato la magnitudo 3,0 e quattro la magnitudo 2,5 richter. Per approfondire questa situazione, abbiamo chiesto il parere del prof. Giampaolo Giuliani che ci ha spiegato che “in queste stesse aree non c’erano mai stati eventi sismici, neanche di piccola intensità, esattamente da un anno, dal gennaio 2011, sia nel parmense che nel veronese. Purtroppo in pianura Padana non abbiamo installati i nostri rilevatori gamma, come quelli in funzione nell’aquilano e in California che, seppur tanto criticati, a noi che sappiamo utilizzarli permettono di avere un’idea sia sul prima che sul dopo dell’attività sismogenetica di un territorio. In attesa che le idee antiche muoiano definitivamente, lasciando il posto alle nuove, possiamo concedere solo qualche consiglio preventivo sulle probabili evoluzioni che potranno verificarsi. La possibilità che continui lo sciame sismico in Emilia ed in Veneto è probabile, così come si sono sviluppati gli altri sciami degli ultimi 2 anni. Non avendo la possibilità di calcolare e prevedere un eventuale grado sismico forte, sarà bene per qualche giorno, prestare attenzione alle scosse percepibili dalla popolazione, tenendo sotto controllo non solo il grado sismico ma anche la frequenza degli eventi. Ricordiamo a tutti che il terremoto non è che un fenomeno dal quale ci si difende senza lasciarci prendere dal panico. E’ molto importante conoscere il grado di sicurezza della propria abitazione e mantenere in memoria i punti più sicuri nella propria casa, dove attendere la fine dell’evento, in caso questo sia molto forte, tanto da impedirci di uscire immediatamente all’aperto. Bisogna anche avere sempre un kit di sopravvivenza a portata di mano. Il cellulare, un fischietto ed una torcia elettrica possono salvare la vita nei casi più gravi. Per coloro le cui abitazioni non danno garanzie di sicurezza, le amministrazioni locali hanno l’obbligo di individuare punti di raccolta per le persone, punti attrezzati e disponibili in qualsiasi momento e circostanza. Sono ormai quasi 3 anni che su tutta la penisola si vive quasi giornalmente facendo i conti con i terremoti, e che gran parte della popolazione mostra di avere una esperienza fatta in casa o dal racconto di chi lo ha vissuto direttamente sulla propria pelle. Ecco, credo che a distanza di 3 anni, dalla tragedia di L’Aquila, nulla è cambiato. Nulla è stato fatto per evitare che una replica come quella aquilana, in qualsiasi punto d’Italia, non produca altri morti“.