Un inverno davvero d’altri tempi. Dopo l’iniziale penuria di neve tutto di un colpo l’Appennino viene sommerso letteralmente di neve fin dalle pianure. Questo è l’effetto del famoso “Burian” (in alcune zone d’Italia il termine è noto anche come “Buriana“, soprattutto nella zona appenninica), il gelido vento delle steppe siberiane, che dopo vari anni di latitanza torna a far visita all’Europa e al nostro paese, riportando le crude fasi invernali dei vecchi tempi, quando l’intero continente era ostaggio del ghiaccio e della neve che cadeva abbondante e copriva persino le coste del Mediterraneo. Di sicuro, in questa ondata di gelo, che sta mettendo in ginocchio il sistema dei trasporti del nostro paese, inadeguato per affrontare simili situazioni, l’Emilia, la Romagna, le Marche e l’Abruzzo sono le regioni che stanno pagando di più i disagi delle pesanti nevicate che ora stanno assumendo dimensioni veramente eccezionali, in alcune aree. Le ciclogenesi che si sono approfondite sul Mediterraneo centrale, a seguito dei vari impulsi di aria gelida, di matrice continentale, spinti fino alla penisola Iberica e alle coste dell’Algeria, hanno lasciato perennemente aperta la porta dei freddi venti di Bora che dalla regione carpatico-danubiana hanno continuato a gettare dei nuclei di aria molto gelida, specie negli strati più bassi, verso il golfo di Trieste e l’alto Adriatico.
I gelidi venti da E-NE impattando con la barriera orografica dell’Appennino Tosco-Emiliano, dei monti Marchigiani e Abruzzesi, hanno costretto le masse d’aria, riumidificate sopra l’Adriatico, a sollevarsi verso l’alto e a condensarsi, con temperature largamente negative nella libera atmosfera che hanno favorito la formazione di estesi annuvolamenti che hanno poi dato la stura a persistenti precipitazioni nevose, che hanno assunto carattere di vera e propria tormente nelle aree montuose. Cosi, in Emilia, sulla Romagna, nelle Marche, ed in parte anche in Abruzzo ed in Molise, si sono sperimentate intere giornate di neve che hanno lasciato depositi di oltre gli 80-90 cm di neve fresca in appena 48 ore. La situazione più critica la si riscontra nell’Appennino cesenate, sui colli della Romagna e nelle aree montuose marchigiane, vicino il confine romagnolo, dove il manto nevoso avrebbe superato abbondantemente il metro di altezza, già sopra i 700 metri. Stesso discorso per San Marino che nei giorni scorsi è stata sommersa dalle fitte e persistenti nevicate che hanno sferzato tutta la Romagna e l’Emilia orientale. Molti paesi e centri montani sono ormai isolati a causa delle abbondanti nevicate che hanno ostruito le principali strade. Solo occasionalmente, alcuni paesi dell’entroterra romagnolo e marchigiano, sono stati raggiunti da mezzi speciali della protezione civile, in grado di farsi strada con oltre 70 cm di neve fresca.
Nel montefeltro e sulle aree montuose più elevate dell’Appennino Marchigiano l’accumulo avrebbe già superato i 2 metri e continua a nevicare con le fredde correnti orientali. Anche in Valmarecchia e nella Valconca, nell’Appennino Riminese, si sono abbondantemente superati i 2 metri. Alcuni paesi, come Novafeltria e Perticara, sono ormai completamente sepolti dalla neve. Ancona invece si è trovata a far fronte con le persistenti nevicate che non danno tregua da giovedi sera e continuano a scaricare altra neve sopra gli abbondanti 30-35 cm già caduti. Non va meglio sull’entroterra abruzzese, altra area particolarmente esposta alle perturbazioni invernali portate dalla “Buriana”. La situazione più drammatica nell’aquilano dove il manto nevoso ha superato il metro di altezza e le temperature da freezer stanno facendo ghiacciare l’abbondante neve fresca caduta, trasformandola in un muro di cemento. Anche a L’Aquila e nei comuni limitrofi della città ferita dal terremoto del l’abbondante nevicata di ieri, caduta anche con carattere di bufera, ha costretto le persone a rimanere all’interno delle proprie case. La neve ha coperto le strade e le macchine, rendendole irriconoscibili. Tanta neve anche nel teramano e nel chietino dove il timore maggiore è per il ghiaccio che si è formato sulle arterie provinciali.
Forti nevicate non sono mancate pure sull’entroterra molisano, fra le province di Campobasso e Isernia, con paesi e comuni incappucciati da quasi mezzo metro di neve bianca e farinosa. Ma la neve eccessiva ora rappresenta un pericolo pure per gli animali selvatici che hanno serie difficoltà a muoversi fra le metrate di neve fresca e ghiacciata depositate sopra i boschi e le campagne dell’Appennino. Anche per loro non sarà facile sopravvivere in tali condizioni estreme. Purtroppo nelle aree maggiormente colpite dalle bufere continuerà a nevicare anche dalle prossime ore, specie tra Romagna, entroterra marchigiano e sulle zone più interne dell’Abruzzo, dove cadranno altri centimetri di neve fresca e ghiacciata che renderanno la situazione ancora più critica. Per la prossima settimana sono previste altre intense nevicate che interesseranno fino alle coste le regioni del versante adriatico, dalla Romagna fino al nord della Puglia e il Gargano, e a quote collinari l’estremo sud, con la “dama bianca” pronta ad incappucciare anche i rilievi di Puglia, Calabria e in Sicilia. Non si tratterà di fenomeni isolati visto che la porta del “Burian” rischia di rimanere aperte per buona parte del mese di Febbraio 2012.