E’ salito a quota 63 il numero delle vittime delle nevicate eccezionali che si sono abbattute sul Giappone nordoccidentale, secondo gli ultimi dati dell’Agenzia nazionale per la gestione degli incendi e dei disastri che ha stimato in oltre 550 i feriti piu’ o meno gravi. Le temperature, invece, sono scese sotto lo zero in oltre il 90% delle 927 centraline di rilevazione meteo sparse nel Paese, ha riferito la Japan Meteorological Agency. Minime record sono state registrate in 38 punti diversi d’osservazione, dalla regione settentrionale del Tohoku a quella meridionale del Kyushu, dove nella citta’ di Kusu, prefettura di Oita, la colonnina di mercurio e’ scesa a -14,7°C. A Mashiki, sempre nel meridione ma nella provincia di Kumamoto, si e’ toccato un -8,4°C, mentre la temperatura piu’ bassa e’ stata segnalata a Esashi (-32,6°C), nell’isola di Hokkaido, la piu’ a nord dell’arcipelago. L’agenzia meteorologica (Jma) ha riferito che la massa d’aria fredda che ha portato le ultime bufere di neve in diverse zone costiere ha superato l’arcipelago, ma ha anche spiegato che il periodo critico e’ destinato a durare fino a meta’ febbraio in aggiunta a temperature sottozero e a possibili valanghe. Le precipitazioni nevose hanno toccato livelli straordinari in sette punti di cinque prefetture – Hokkaido, Akita, Yamagata, Nagano e Kyoto – dalla fine del 2011 agli inizi di febbraio, ha scritto nel suo bollettino la Jma. A Shinshinotsu (Hokkaido) sono stati misurati 213cm a partire dal 16 gennaio, mentre piu’ del doppio della media annuale di neve e’ caduta in molte zone lungo la costa del mar del Giappone: 439cm a Sukayu (Aomori) e 277cm a Daisen (prefettura di Tottori). Il freddo ha gelato i tubi della centrale termica di Shin-Oita della Kyushu Electric Power, portando alla sospensione temporanea di ben 13 generatori di elettricita’ e al blackout scongiurato per un soffio grazie alla potenza di 2,4 milioni di kilowatt erogata in emergenza da altre sei societa’, quali la Tepco: la domanda ha toccato giovedi’, secondo quanto reso noto dalla utility, il 97% della produzione massima possibile. Il rischio blackout e’ altissimo dopo lo stop di 53 dei 54 reattori nucleari del Giappone, a seguito della crisi di Fukushima.