Recentemente vari comunicati mediatici hanno sollevato preoccupazione in merito al riscaldamento globale. Secondo queste notizie divulgate da vari siti, attraverso i giacimenti mondiali di idrati di gas, si potrebbero liberare grandi quantità di metano andando ad intensificare il riscaldamento globale della Terra. In realtà, l’agenzia scientifica del Governo degli Stati Uniti (USGS), ha chiarito la questione attraverso un comunicato ufficiale: grazie a ricerche scientifiche recenti, la maggior parte dei giacimenti mondiali di idrati di gas dovrebbero rimanere stabili per i prossimi mille anni. Degli idrati che possano divenire instabili, pochi sono suscettibili a rilasciare grandi quantità di metano in grado di raggiungere l’atmosfera terrestre. Gli Idrati di gas sono una combinazione di gas naturale con acqua che si può formare in acque profonde nei sedimenti oceanici vicino ai continenti, o sotto estese aree di permafrost, in particolare nella regione artica. Per fare in modo che gli idrati si formino e rimangano stabili, sono necessarie determinate temperature, pressioni e un ampio rifornimento di gas naturale. Si stima che circa il 99 per cento degli idrati di gas sono in sedimenti oceanici, mentre il restante 1 per cento si trovi nelle aree di permafrost. L’idrato di metano o “ghiaccio di metano” è il tipo più comune di idrato di gas. Si tratta di una forma altamente concentrata di metano. La quantità di metano intrappolato in depositi di idrati del pianeta è incerta, ma anche le stime più prudenti concludono che la quantità sia superiore di 1000 volte rispetto a quella che si consuma ogni anno in tutto il mondo. Il metano è un potente gas serra. Un dato volume del gas è equivalente a 15-20 volte il riscaldamento prodotto dal biossido di carbonio. In passato si suppone che un grande rilascio di idrati di metano a livello mondiale abbia modificato il clima durante il Paleocene-Eocene, 55 milioni di anni fa. La concentrazione atmosferica di metano, come quella di anidride carbonica, è aumentata dall’inizio della rivoluzione industriale. Il metano presente nell’atmosfera deriva da molte fonti, comprese le zone umide, la coltivazione del riso, termiti, mucche e altri ruminanti, incendi boschivi, e la produzione di combustibili fossili. Alcuni ricercatori hanno stimato che fino al 2 per cento del metano atmosferico può avere origine con la dissociazione di idrati di gas globali. Attualmente, gli scienziati non hanno uno strumento per dire con certezza quanto, o se, il metano atmosferico provenga da idrati. Sebbene il metano è un potente gas serra, non rimane nell’atmosfera a lungo. Entro circa 10 anni, viene trasformato in anidride carbonica. Così, il metano che viene rilasciato nell’atmosfera si aggiunge alla quantità di CO2, il principale gas serra.