Anche i meteorologi del Centro Epson Meteo, Andrea Giuliacci, Daniele Izzo, Flavio Galbiati e Simone Abelli, vogliono fare chiarezza sul nome dell’anticiclone che sta risalendo sull’Italia determinando l’ondata di caldo di questi ultimi giorni del mese. In una nota intitolata “perché Hannibal è un falso”, gli esperti del Centro Epson spiegano che “l’Istituto per la Meteorologia dell’Università di Berlino, utilizzando regole e metodologie stabilite dalla Organizzazione Mondiale della Meteorologia, un’Agenzia dell’ONU, ha assegnato all’alta pressione che ha raggiunto l’Italia il nome di Ignaz. Ma non doveva chiamarsi Hannibal? In realtà l’appellativo Hannibal è stato inventato a puri fini di scoop mediatico-meteorologico. Un metodo questo che non viene assolutamente riconosciuto dal mondo scientifico, proprio perché al di fuori delle convenzioni internazionali che regolano la nomenclatura dei grandi centri barici (aree di alta e bassa pressione). Ma l’alta pressione in questione non dovrebbe prendere il nome di chi per primo la ha prevista? Non sarebbe giusto che accadesse come per le stelle, il cui nome è scelto da chi per primo le scopre? In realtà l’alta pressione è stata prevista con molti giorni di anticipo da tutti gli addetti al settore, compresi questo sito e l’Istituto di Berlino, ma chiunque conosca qualcosina di Meteorologia sa che non si può dare il nome a una perturbazione, piuttosto che a un anticiclone o a un ciclone tropicale, finchè questo non si sia effettivamente formato! Perché? Perché le perturbazioni e gli anticicloni vengono rinominati per ricordarli più facilmente (ad esempio con il nome Katrina il ricordo di tutti torna al 2005 e a New Orleans) e a tale scopo vengono redatte delle liste contenenti una serie di nomi in ordine alfabetico. Perché in ordine alfabetico? Perché per ogni annata, osservando a quale lettera si è arrivati alla fine, si ottiene subito il numero delle perturbazioni o delle aree di alta pressione e quindi un’indicazione di massima sul carattere – più o meno piovoso – di tale annata. Va bene, e allora torniamo al nostro quesito: perché non ci si può portare avanti e dare il nome a una perturbazione (o a un’alta pressione) prima che arrivi? Perché se poi non arrivasse veramente (stiamo parlando di previsioni, ricordatevelo) quel nome verrebbe bruciato, e alla perturbazione successiva si porrebbe il dilemma: rispolverare lo stesso nome, generando inevitabilmente una gran confusione (due perturbazioni, anche se una fasulla, con lo stesso nome), oppure passare al nome successivo, sballando però così il conteggio finale delle perturbazioni (l’ordine alfabetico darebbe solo il conteggio delle “presunte” perturbazioni, e non di quelle “effettivamente passate”).? Ecco perché, il buonsenso prima ancora delle regole della OMM, stabilisce che non sia opportuno assegnare il nome alle perturbazioni agli anticicloni prima della loro effettiva formazione. Con buona pace di chi si diverte a prendere in giro la Scienza e la gente”.