Il Popocatepetl, il secondo vulcano piu’ grande e attivo del Paese (5.452 metri di altezza), a circa 70 chilometri a sud di Citta’ del Messico, ha fatto registrare una nuova espulsione di ceneri, gas e frammenti incandescenti nella notte. Ieri sera il presidente messicano Felipe Calderon aveva invitato gli abitanti della vallata a restare calmi, ma allo stesso tempo anche a tenersi pronti per l’eventualita’ di un’evacuazione. Dalla settimana scorsa il vulcano ha emesso 62 fumarole. Le autorita’ stanno effettuando un monitoraggio attento della situazione e mantengono l’allerta gialla di fase tre, un livello inferiore all’allerta rossa, che per gli abitanti dell’area indica la necessita’ di tenersi pronti a lasciare le proprie abitazioni.
Gli esperti non escludono infatti l’ipotesi di un’attivita’ eruttiva di scala da intermedia a alta, con possibile fuoriuscita di lava, cosi’ come piogge di ceneri sui paesi che si trovano attorno al vulcano. Il capo di stato ieri sera ha sorvolato il cratere in elicottero, per accertarsi personalmente della situazione. Le autorita’ hanno reiterato le loro raccomandazioni agli abitanti della zona di prestare attenzione ai bollettini informativi e mantenersi a distanza di un raggio di sicurezza di 12 chilometri dal cratere.
Una camera magmatica di un milione di metri cubi sta ribollendo a circa 8-10 chilometri sotto il Popocatepetl secondo Roberto Quaas, direttore del centro di prevenzione delle catastrofi. E nessuno è in grado di dire se questo magma esploderà improvvisamente, come una bottiglia di champagne, o lentamente. Quel che è certo è che il livello di allerta è molto alto, e la popolazione comincia ad aver seriamente paura per il vulcano che suggestiona artisti e poeti dell’America latina da lunghi secoli e che cela un’aura di leggenda ed epicità che non ha mai smesso di affascinare l’intero Messico, e non solo.