Il “vulcano sottomarino in eruzione nello Stretto” è una burla ideata dalla nostra redazione con tanto di immagini in tempo reale in cui si esplicita immediatamente l’entità dello scherzo legato alla giornata odierna, quel 1° aprile che da secoli, nel mondo, fa impazzire la gente a causa di notizie completamente inventate diffuse dai mass media.
Ma quello del rischio tsunami è un problema reale che interessa molte zone d’Italia, tanto che il prof. Franco Ortolani, ordinario di geologia e Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio, Università di Napoli Federico II, tempo fa ha pubblicato un articolo proprio sul nostro giornale dal titolo “Le coste italiane a rischio tsunami e la legge che verrà… il giorno dopo“.
Lo stesso prof. Ortolani oggi, dopo il pesce d’aprile, ha detto che “MeteoWeb con questa scherzosa iniziativa ha richiamato l’attenzione dei cittadini su un problema vero: il pericolo tsunami che interessa in vari modi le coste italiane. Il dato preoccupante che si porge all’attenzione dei cittadini e dei rappresentanti delle istituzioni è che le aree costiere italiane a rischio da tsunami, già individuate con vari studi, ancora non sono tutelate da interventi strutturali preventivi né da attive misure di monitoraggio, di didattica e protezione civile. La ricerca espletata nelle aree più colpite dai maremoti del passato ha messo in luce che se si ripetesse oggi un evento simile a quelli del passato durante il periodo balneare si registrerebbero scene drammatiche simili a quelle verificatesi nel sud est asiatico durante il disastroso evento del 26 dicembre 2004 e dello scorso anno in Giappone“.
Ortolani aggiunge che “il rischio da tsunami non è nemmeno preso in considerazione nei piani stralcio per la difesa dal rischio idrogeologico elaborati dalle Autorità di Bacino. E’ evidente che bisogna recuperare il tempo perso e attivare idonei interventi di prevenzione al fine di preparare le aree costiere e la popolazione ad affrontare il rischio ambientale derivante da potenziali maremoti. Alla luce dei risultati dello studio si evince l’importanza di elaborare linee guida per la valutazione del rischio da onda anomala delle aree costiere e dell’impatto ambientale sulle infrastrutture di notevole rilevanza (aereoporti, porti, centrali elettriche, impianti industriali, strade e ferrovie ecc.). Vanno altresì messi a punto e attivati adeguati sistemi di educazione ambientale (per es. come comportarsi qualora ci si trovi su una spiaggia d’estate e si avverta un terremoto, oppure si noti un improvviso e sensibile abbassamento del livello dell’acqua) monitoraggio marino e costiero ed elaborati i Piani di Protezione Civile Comunali tesi soprattutto a proteggere la popolazione durante il periodo balneare“.
In conclusione, il prof. Ortolani lancia un appello: “cogliamo la provocazione di MeteoWeb per ricordare agli amministratori pubblici che devono introdurre le necessarie “precauzioni” per stare più sicuri lungo le coste e le spiagge prima che avvenga il prossimo maremoto“.