Il costante raffreddamento del lungo inverno antartico: il “Kernlose winter”, origine e dinamiche

MeteoWeb

Il “Kernlose winter”, come viene spesso denominato nel linguaggio scientifico, in ambito climatologico, non è altro che una particolarità del clima estremo del Plateau dell’Antartide. Il “Kernlose winter” lo possiamo definire un forte raffreddamento che si realizza con la scomparsa del sole sotto l’orizzonte e rimane pressoché costante per tutto il periodo invernale, con scarsissime variazioni del campo termico nel cuore del continente antartico. Per oltre 6-7 mesi di fila, in genere da Aprile a Settembre, le temperature nelle zone centrali del Plateau antartico restano inchiodate sotto i -60°C. Il “Kernlose winter” difatti rappresenta la grande peculiarità del clima antartico, visto che è quasi sconosciuto nell’emisfero boreale, tranne che per alcune ristrette zone dell’altopiano ghiacciato della Groenlandia, dove il fenomeno risulta ben più attenuato e regolare rispetto all’Antartide. In sostanza indica la grande stazionarietà delle temperature medie durante il semestre invernale nel cuore dell‘entroterra antartico. Questa caratteristica è resa evidente dalle medie termiche mensili archiviate della base di Amundsen-Scott nel cuore del continente antartico.

  • Aprile; -57.3°
  • Maggio; -58.0°
  • Giugno; -58.6°
  • Luglio; -60.1°
  • Agosto; -59.7°
  • Settembre; -59.3°

Come è ben evidente dai dati mensili della base, con l’avvio dell’inverno australe, la differenza tra il mese più freddo e quello più caldo è contenuta in appena 2.8°. Praticamente le temperature medie durante tutto il semestre freddo scendono sotto la soglia dei -60°C, rendendo teoricamente possibile il raggiungimento delle temperature estreme in qualunque momento del periodo invernale. Cosa che non avviene nell’Artico, dove i valori termici raggiungono un minimo assoluto annuale solo dopo una lunga e prolungata discesa fra Novembre e il mese di Marzo, cui fa seguito una risalita termica altrettanto lunga e prolungata. Il “Kernlose winter” venne scoperto per la prima volta in assoluto sul finire del 1956 quando Paul A. Siple raggiunge l’Antartide come responsabile della base di Amundsen-Scott. Al termine del primo inverno antartico del 1957 Siple annotò una temperatura media di -62.4°C nel mese di Settembre, il più freddo di tutti. Durante il primo anno di osservazione, fra i rigori del gelido Polo Sud, Siple commentò cosi la sua esperienza – « Una delle cose sconcertanti circa il nostro inverno era che non abbiamo raggiunto la temperatura di -120 °F che avevo predetto. La nostra curva media di temperatura, che mi ero aspettato si portasse normalmente sul fondo come altrove sul globo, invece s’era appiattita sopra i -90 °F (-67,8 °), salvo per brevi discese sotto questo livello all’inizio e alla fine della nostra notte invernale ».

Quel che più stupisce dalle osservazioni sul campo è la grande regolarità dell’andamento termico invernale, che può essere soggetto a escursioni brevi e intense, ma che tende a riposizionarsi su valori inferiori a quelli sperimentabili in qualunque altra zona climatica del nostro pianeta per un periodo relativamente lungo. L’appiattimento della curva termica dei valori medi permette che i minimi assoluti siano raggiunti in qualunque periodo del semestre invernale, a differenza dell’Artide. Successivi studi e oltre mezzo secolo di osservazioni hanno chiarito alcuni aspetti del “Kernlose winter”. Questa grande costanza dei valori termici durante tutto il periodo invernale australe è originata da una totale mancanza di insolazione, e quindi da un bilancio radiativo nullo o negativo, che può essere compensato solo in parte da apporti di calore esterni, in genere provenienti dagli oceani che circondano le coste del Polo Sud. La peculiare conformazione del territorio dell’Antartide, circondato da ben tre oceani, rende possibile questi scambi che mantengono l’equilibrio delle temperature medie, impedendo di scendere su valori ancora più bassi. Inoltre lo spesso strato di inversione termica che si origina sopra il Plateau ghiacciato, li dove domina il potente anticiclone termico permanente antartico (con valori barici che possono raggiungere i 1055-1060 hpa), mantiene costante e omogeneo l’andamento termico da Aprile a Settembre. Sovente il “Kernlose winter” si protende fino alla fine del mese di Settembre e all’inizio di Ottobre, prima che si creino dei minimi di pressione che richiamano correnti di matrice oceanica, calde e umide, che possono penetrare fin dentro il Plateau, determinando dei rialzi termici che vanno a rompere lo strato di inversione termica che ha mantenuto in vita il “Kernlose winter”. Oltre all’Antartide il “Kernlose winter” si può presentare in piccola parte anche in alcune aree del Plateau della Groenlandia durante l’inverno boreale.

Condividi