Osservazioni radiotelescopio LOFAR sorprendono gli esperti

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Credit: mpifr-bonn

L’intensità dell’emissione radio dell’ammasso nell’intervallo di onde radio preso in esame da LOFAR è molto maggiore di quella prevista sulla base di osservazioni già condotte perl’ammasso di galassie Abell 2256, un insieme di centinaia di galassie distante circa 800 milioni di anni luce da noi, da altri radiotelescopi, ma a frequenze piu’ alte. La prima immagine a frequenze radio fra 20 e 60 MHz catturata da LOFAR (LOw Frequency ARray), il piu’ grande e il più complesso radiotelescopio mai costruito (composto da un’immensa ragnatela composta da circa 20.000 antenne concentrate in più di 50 stazioni che sono disseminate in diverse nazioni del Nord Europa) ha sorpreso gli scienziati presentando uno scenario che suggerisce ai ricercatori nuove domande sui processi fisici responsabili di questa emissione. “L’idea prevalente emersa negli ultimi anni tra la comunita’ scientifica e’ che l’emissione radio dagli ammassi sia prodotta da particelle di alta energia accelerate da shock e turbolenza che vengono generati durante la fase di formazione degli ammassi stessi. Queste prime osservazioni complicano ulteriormente gli scenari teorici“, ha commentato Gianfranco Brunetti dell’Istituto di Radioastronomia (IRA) dell’INAF, fra gli autori dell’articolo in corso di pubblicazione su ‘Astronomy&Astrophysics’, che assieme a Marcus Brueggen della Jacobs University di Brema, coordina gli studi LOFAR sugli ammassi di galassie.

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