Terremoto, gli esperti: “il più forte da 5 secoli, l’Italia si sta riorganizzando geologicamente e avremo altre scosse”

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Erano almeno cinque secoli che in Emilia, zona tradizionalmente non sismica, non si registravano scosse cosi’ forti come quelle di questi giorni. Lo ha detto Giovanni Gregori, geofisico del Cnr, intervistato da SkyTg24. “La penisola italiana si sta riorganizzando dal punto di vista geologico – ha detto – succede con tempi secolari. In questa zona terremoti di questa intensita’ si sono registrati mezzo millennio fa. L’Italia e’ come una sbarra rettangolare compressa dall’Africa, nel giro di qualche decina di milioni di anni verra’ schiacciata alla penisola balcanica. Ha dei punti di attrito che periodicamente si rilasciano. Le zone con maggiore sismicita’ sono quattro: Irpinia, l’Aquilano, l’Umbria e il Friuli. C’e’ da augurarsi ci siano tante scosse- ha concluso l’esperto – piu’ e’ il numero meno l’intensita’ e la quantita’ che si accumula“.

Bisogna aspettarsi che la terra in Emilia tremi ancora. Dopo le quattro nuove scosse sismiche che questa mattina hanno colpito il modenese, la piu’ forte delle quali di magnitudo 5,8 della scala Ritcher, il professor Enzo Boschi, ordinario di Sismologia all’universita’ di Bologna, non ha previsioni rosee per il futuro prossimo. “Il fenomeno puo’ continuare senz’altro, perche’ l’attivita’ di una zona sismica non si arresta mai. Le scosse possono diventare piccolissime, ma l’attivita’ sismica rimane“. Il problema per il professore e’ legato alla natura geologica del Paese ma anche alla gestione urbanistica: “L’Italia e’ una zona sismica, e in piu’ c’e’ una gestione del territorio non adeguata. Non c’e’ prevenzione e manutenzione, gli edifici spesso non sono a norma. Specialmente nel dopoguerra si sono costruite numerose abitazioni senza che ci fosse una normativa antisismica specifica. Le prime norme risalgono agli anni ’70 e una versione definitiva si e’ avuta nel 2009“. Il problema peggiore e’ che “non c’e’ una vera cultura per affrontare questi problemi, ne’ una politica per ridurre i rischi legati all’attivita’ sismica attraverso la sostituzione, ristrutturazione e manutenzione degli edifici. Sono cose che abbiamo detto tante volte, ormai acquisite. Ma in ogni caso, dobbiamo aspettarci che le scosse continueranno anche i prossimi giorni“.

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