Il periodo interglaciale Eemiano non dovrebbe essere usato come modello per i cambiamenti climatici nel mondo di oggi. A dirlo e’ uno studio, pubblicato sulla rivista ”Geophysical Research Letters” in cui i geologi dell’Accademia di scienze e letteratura di Magonza, Germania, mostrano differenze fondamentali tra le condizioni climatiche del periodo Eemiano e quelle moderne.
La maggior parte degli esperti concorda sul fatto che il periodo Eemiano, una fase calda che emerse circa 125 mila anni fa dopo il periodo glaciale Saaliano, possa essere preso in considerazione per i loro studi. Le temperature medie del pianeta durante il periodo Eemiano erano piu’ alte delle temperature di oggi. Persino delle parti del ghiaccio della Groenlandia si erano sciolte, e il livello globale del mare era piu’ alto di quello attuale. Nel nuovo studio, pero’, viene presentata una decisiva differenza tra il periodo Eemiano e quello attuale: l’evoluzione nell’Oceano Artico. Secondo i ricercatori, nell’attuale periodo caldo, conosciuto come Olocene, la circolazione oceanica e atmosferica trasporta grandi quantita’ di calore verso le latitudini settentrionali. La Corrente del Golfo e quella nord atlantica ne sono gli esempi chiave. L’Europa settentrionale ha delle temperature piacevoli per merito di queste correnti, che si spingono fino all’ Artico. Studi precedenti indicavano che il trasporto oceanico del calore verso l’Artico era aumentato, mentre la copertura di ghiaccio estiva dell’Oceano Artico sembra ridursi senza sosta.
I ricercatori affermano che c’e’ la possibilita’ che tali condizioni esistessero anche 125 mila anni fa. Non ci dovrebbe essere stato nessun ghiaccio nell’Artico durante le estati dell’Eemiano. Da un’analisi di sedimenti prelevati dal fondo del mare (dall’Atlantico a ovest dell’Irlanda e dal Mare del Nord centrale a est dell’isola Jan Mayen in Norvegia) gli scienziati hanno scoperto che le glaciazioni del periodo Saaliano, che ha preceduto quello Eemiano, erano molto piu’ estese nell’Europa settentrionale rispetto al periodo glaciale Weichseliano che ha preceduto l’attuale intervallo caldo. “Percio’, piu’ acqua fredda proveniente dalle calotte di ghiaccio del periodo Saaliano che si scioglievano si verso’ nel Mare del Nord, e per un periodo di tempo piu’ lungo. Questa situazione ebbe tre conseguenze: la circolazione oceanica nel nord si ridusse, ed era piu’ probabile che in inverno sul mare si formasse del ghiaccio a causa della minore salinita’. Allo stesso tempo, questa situazione porto’ a una sorta di “surriscaldamento” nell’Atlantico del nord a causa di un continuo trasferimento di calore oceanico proveniente da sud. Alcuni processi decisivi nel periodo Eemiano si svolsero dunque in modo diverso, come il trasferimento di calore dall’oceano verso l’Artico. I modelli dovrebbero tenere in considerazione questo se vogliono prevedere il futuro sviluppo del clima sulla base di periodi analoghi del passato come quello Eemiano” ha spiegato Heinrich Bauch, fra gli autori dello studio.
Il periodo interglaciale Eemiano non dovrebbe essere usato come modello per i cambiamenti climatici
