E’ stato generato da un’altra faglia e non ha alcun legame con i terremoti in Emilia del 20 e 29 maggio, il sisma di magnitudo 4.5 avvenuto alle 6.08 di questa mattina al largo di Ravenna. ”Se non fosse stato vicino nel tempo alla sequenza di Ferrara e Modena, quello di oggi sarebbe stato uno dei tantissimi terremoti che avvengono in Italia”, osserva Antonio Piersanti, direttore della sezione di Sismologia e tettonofisica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). ”Di terremoti confrontabili, ossia di magnitudo intorno a 4, ne avvengono dieci l’anno in Italia”, rileva l’esperto. Da un punto di vista geologico il terremoto di oggi e’ legato all’attivita’ del margine settentrionale dell’Appennino ”sepolta” sotto la Pianura Padana. In particolare e’ stato generato dalla struttura di Malalbergo-Ravenna, che costituisce l’estremita’ piu’ orientale dell’arco di Ferrara, ossia la struttura geologica all’origine dei terremoti nel ferrarese e nel modenese. Da un punto di vista fisico, molto piu’ generale, anche questo terremoto, cosi’ come quelli di Ferrara e Modena, ha avuto origine dal movimento della placca Africana che spinge contro la placca Eurasiatica. ”L’accumulo di energia generato dallo scontro fra le placche fa si’ che si formino delle zone di subduzione”. Vale a dire, spiega, che ”quando l’energia e’ troppo grande per essere supportata, uni dei due lembi si piega, inclinandosi verso il basso, e si infila sotto l’altro lembo: e’ lo stesso fenomeno che ha generato gli Appennini”, osserva Piersanti. ”In generale – aggiunge – fenomeni come questi provocano zone di debolezza: in Italia ce ne sono migliaia”. Lo scontro fra le placche finisce cosi’ per creare le fratture che generano i terremoti. La situazione che ha generato i terremoti in Emilia e’ sostanzialmente questa, ma a complicare le cose c’e’ la forma complessa della placca Africana. Quest’ultima si prolunga infatti verso Nord in una sorta di lingua che comprende la costa orientale dell’Italia e l’Adriatico, la cosiddetta ”microplacca Adriatica”. ”Questa forma complessa – osserva Piersanti – crea fenomeni complessi e non sempre facili da interpretare”, come lo sono molto spesso quelli all’origine dei numerosissimi terremoti che avvengono ogni anno in Italia.