Dalla conferenza nazionale sul rischio sismico, organizzata dall’Ordine dei geologi della Campania e conclusasi oggi ad Ospedaletto d’Alpinolo (Avellino), sono giunte due richieste essenziali alle istituzioni ed alla politica: “Rifinanziare, in modo piu’ adeguato e con maggiori risorse, gli studi di microzonazione sismica, che devono essere fatti da professionisti e non affidati a qualche ente o a qualche universita’; di istituire e rendere obbligatorio, a partire dagli edifici pubblici e dall’edificato storico il fascicolo del fabbricato”, spiega Francesco Peduto , presidente dei geologi campani. “Ad oltre 30 anni dal terremoto dell’Irpinia – chiede Peduto – possiamo affermare con decisione che gli interventi di consolidamento dell’edificato realizzati possano considerarsi veramente efficaci nella circostanza di un nuovo terremoto? Nel 2002 e’ stata adottata una nuova classificazione sismica dei comuni campani, in base alla quale, a fronte di qualche comune che ha subito un decremento della classe di sismicita’, circa il 50% ha subito un incremento di una classe di sismicita’ e circa una trentina di comuni addirittura di 2 classi di sismicita’. Non abbiamo una mappatura dello stato di salute dell’edificato, in particolare quello storico”. “Il recente terremoto dell’Emilia – prosegue Peduto – ha dimostrato ancora una volta la necessita’ di propedeutici studi di dettaglio geologici per ogni seria pianificazione territoriale. Il fenomeno della liquefazione delle sabbie, cosi’ eclatante in Emilia, ha bisogno di caratteristiche ed elementi tipici e concomitanti per manifestarsi e solo i geologi , attraverso la ricostruzione del modello geologico, possono accertarlo”.