È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del Capo Dipartimento della Protezione Civile del 16 marzo 2012, che ripartisce su 17 regioni italiane, sulla base dell’indice medio di rischio sismico, i contributi per gli interventi di prevenzione del rischio sismico relativi all’annualità 2011.
Si tratta di una quota dello stanziamento di 965 milioni di euro in 7 anni per realizzare interventi finalizzati alla mitigazione del rischio sismico sull’intero territorio nazionale, grazie ad un fondo istituito nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze come previsto dal Piano nazionale per la prevenzione del rischio sismico (art. 11 della legge 77/2009), a seguito del terremoto in Abruzzo.
In particolare, sui 145 milioni di contributi disponibili per l’anno 2011, il decreto ne assegna complessivamente 129,3 per interventi di rafforzamento locale o miglioramento sismico (o, eventualmente, demolizione e ricostruzione) su edifici ed opere pubbliche d’interesse strategico per finalità di protezione civile, nonché su edifici privati; 9,9 milioni sono invece destinati a finanziare studi di microzonazione sismica utili a una migliore conoscenza del territori. A questi si aggiungono 4 milioni destinati ad altri interventi urgenti e indifferibili per la mitigazione del rischio simico, con particolare riferimento a situazioni di elevata vulnerabilità ed esposizione e 1,1 milione per l’implementazione del monitoraggio degli interventi finanziati con le risorse del Fondo per la prevenzione del rischio sismico, nonché per la valutazione delle aree a maggior rischio.
È importante ricordare che i contributi sono destinati alle aree a più elevata pericolosità e sono concessi alle Regioni che cofinanziano la spesa per almeno il 40% del costo degli studi di microzonazione e da un minimo del 20% fino a un massimo del 40% per gli interventi sugli edifici privati. Il decreto prevede inoltre procedure informatizzate per il monitoraggio degli interventi finanziati.
I contributi più cospicui – calcolati sulla base della pericolosità del territorio e della vulnerabilità degli edifici e delle infrastrutture e con l’obiettivo prioritario della riduzione della perdita di vite umane – sono quelli concessi a Calabria, Sicilia e Campania (rispettivamente complessivi 19.9, 19.5 e 19.3 milioni, di cui circa 1,4 per la microzonazione in ciascuna delle tre regioni); il decreto assegna poi 10 milioni all’Abruzzo (9,3 milioni per il miglioramento e 720mila euro per attività di microzonazione) e 8,6 milioni all’Emilia-Romagna ed al Lazio (8 milioni per interventi strutturali e 620mila euro per la microzonazione). Finanziamenti dai 7 ai 5 milioni circa sono stati destinati a Molise, Umbria, Marche, Basilicata, Puglia, Toscana, Veneto e Friuli-Venezia-Giulia, mentre Lombardia, Liguria e Piemonte hanno ricevuto risorse inferiori.
Con un successivo decreto del Capo Dipartimento saranno ripartiti i fondi per altri interventi urgenti e indifferibili per la mitigazione del rischio simico (lettera d), stanziati con l’opcm n. 4007.
Le Regioni individuano la somma da destinare ai contributi per gli interventi sugli edifici privati indicati alla lettera c), da un minimo del 20% fino a un massimo del 40% del finanziamento ad esse assegnato e lo comunicano al Dipartimento della Protezione Civile entro 45 giorni dalla data di pubblicazione di questo decreto in Gazzetta Ufficiale.
Il monitoraggio degli interventi finanziati viene svolto con procedure informatizzate che prevedono alcuni passaggi:
- le Regioni trasmettono alla Commissione tecnica per gli studi di microzonazione sismica gli atti relativi alla realizzazione degli studi di microzonazione sismica ed eventualmente le analisi della Condizione Limite per l’Emergenza;
- i Comuni interessati trasmettono alle Regioni le proposte di priorità di edifici pubblici strategici che ricadono nel loro territorio con l’attestazione dell’assenza di impedimenti e la descrizione delle caratteristiche dell’immobile presenti nelle schede di verifica sismica, in particolare, l’indice di rischio sismico;
- i Comuni interessati trasmettono alle Regioni le proposte di priorità di edifici privati che ricadono nel loro territorio con la descrizione delle caratteristiche previste nel modello di richiesta di contributo (allegato 4 ordinanza del 29 febbraio 2012 n. 4007), con calcolo automatico del punteggio e del contributo massimo concedibile;
- le Regioni trasmettono al Dipartimento i resoconti annuali delle attività secondo i modelli riportati nell’allegato 1 a questo decreto;
- attraverso uno strumento informatico di supporto, gli indici di rischio sismico che derivano dalle verifiche sismiche svolte in base all’opcm n. 3274 del 20 marzo 2003 vengono trasformati in indici di rischio coerenti con quelli che derivano dalle verifiche sismiche svolte ai base alle Norme Tecniche per le Costruzioni emanate con decreto ministeriale del 14 gennaio 2008.