“Alle luce degli avvenimenti drammatici causati dal sisma che ha messo in ginocchio l’Emilia si evidenzia, purtroppo, ancora una volta il netto scollamento tra gli studi scientifici e concretizzatisi in efficaci procedure operative antisismiche e modelli previsionali basati sull’applicazione pratica di tali procedure su vaste aree della nostra penisola“. Lo dichiarano Giuseppe Rolandi, ordinario di Vulcanologia presso il Dipartimento di Scienze della terra dell’Universita’ Federico II di Napoli, e Francesco Russo, vicepresidente dell’Ordine dei geologi della Campania, che ricordano l’esempio dei comuni di Conza della Campania e S. Angelo dei Lombardi, “due dei molti comuni della Provincia di Avellino quasi completamente distrutti dal sisma del 1980 e successivamente interamente ricostruiti” dove, spiegano, “si puo’ notare come gli indici di rischio restituiscano uno scenario di danno molto contenuto“. Proprio il trasferimento degli studi sismici in termini di indici di rischio “atti a valutare per una determinata intensita’ di un ipotetico scenario sismico il danno atteso in termini di impatto sul patrimonio edilizio e di popolazione da assistere“, spiegano, sono “uno dei risultati di maggior successo di questi ultimi 30 anni nella impari lotta contro la sismicita’ del nostro territorio“. Nel caso dell’Emilia, sottolineano Rolandi e Russo, “e’ sconvolgente la similitudine tra i dati di danno elaborati dalla Prefettura di Modena per i comuni di Mirandola e Finale Emilia, relativi ai cittadini ospitati nelle strutture di accoglienza a tutto l’1 giugno 2012, e quelli previsti con il metodo degli indici di rischio messo a punto dalla Protezione civile nazionale nel 2004“. “E’ quindi necessario dare un segnale di inizio prima con la messa in sicurezza degli edifici strategici e con i Piani di Protezione civile per tutti i Comuni, poi incentivando l’adeguamento degli edifici privati, con il contributo di fondi pubblici. Questi i primi passi per un percorso nuovo nella mitigazione dei rischi naturali. La sicurezza del territorio e’ patrimonio incommensurabile per chi vive in questo paese e per le future generazioni“, concludono.