Gli astronomi hanno scoperto che le stelle a nord e a sud del piano mediano della nostra galassia sono distribuite in modo diverso, suggerendo l’influenza di qualche evento recente. La nostra galassia sta ancora suonando come una campana da una collisione galattica, un incidente che forse si è verificato negli ultimi 100 milioni di anni. La spiegazione più probabile è che una piccola galassia satellite o un grumo di materia oscura, abbia attraverso la Via Lattea, lasciandosi alle spalle gli echi che vediamo. “La nostra parte della Via Lattea suona come una campana,” dice in un comunicato Brian Yanny, del Fermi National Accelerator Laboratory (Fermilab) di Batavia, Illinois. “Non siamo stati in grado di identificare l’oggetto celeste responsabile di questo evento. Avrebbe potuto essere una delle piccole galassie satelliti che si muovono attorno al centro della nostra galassia, o una struttura invisibile, come un alone di materia oscura.” L’onda è stata scoperta grazie ai dati della Sloan Digital Sky Survey, che ha osservato circa 300.000 stelle della nostra galassia. “Abbiamo trovato la prova che la nostra Via Lattea ha avuto un incontro con una galassia di piccole dimensioni o una massiccia struttura di materia oscura, forse non più tardi di 100 milioni di anni fa“, ha detto Larry Widrow, professore presso la Queen’s University in Canada. “Abbiamo chiaramente osservato le differenze inattese nella distribuzione stellare della Via Lattea sopra e sotto il piano mediano della Galassia che ha l’aspetto di un’onda verticale – qualcosa che nessuno ha mai visto prima.” Circa 60 “galassie nane” sono state scoperte in orbita intorno alla Via Lattea. La teoria suggerisce che molti satelliti invisibili di materia oscura orbitano intorno alla nostra galassia, anche se questi sarebbero solo rilevabili dalla loro forza gravitazionale. E’ probabile che uno di questi abbia sbattuto nella Via Lattea, ma non è certo. “La perturbazione non deve essere stata causata da un singolo evento isolato, in passato, e può anche essere ancora in corso“, ha detto Susan Gardner dell’Università del Kentucky. Ulteriori osservazioni potranno chiarire la propria origine. La ricerca dettagliata è stata pubblicata in una recente edizione dell’Astrophysical Journal Letters.