Un potente ciclone extratropicale sferza con violente tempeste di vento sud del Paraguay e Uruguay, raffiche fino a 170 km/h in alcune località

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Gli effetti delle tempeste di vento su Montevideo, raffiche oltre i 120 km/h

Un violenta ondata di maltempo, caratterizzata da venti che hanno raggiunto l’intensità di tempesta, e intense piogge e temporali, ha flagellato l’Uruguay, il Paraguay, l’estremo sud del Brasile e il nord-est dell’Argentina tra martedì 18 e mercoledì 19 Settembre. L’intensa fase perturbata ha purtroppo causato anche ingenti danni e purtroppo anche delle vittime, soprattutto tra l’Uruguay, lo stato maggiormente colpito dalla furia del maltempo, e il sud del Paraguay. Tutta colpa del passaggio di un profondo ciclone extratropicale, nato tra il sud del Paraguay e il nord-est dell’Argentina, che si è poi spostato in direzione dell’Uruguay e del Rio de La Plata, approfondendosi rapidamente, con un minimo barico al suolo che è sceso sotto la soglia dei 988 hpa. Davanti le coste dell’Uruguay il minimo sarebbe sceso sotto i 985 hpa. Si tratta di uno dei cicloni extratropicali più profondi osservati nell’area negli ultimi 5 anni. Come vi avevamo già anticipato in un precedente articolo, che preannunciava l’avvento di una forte ondata di calore verso il Brasile sud-orientale, durante la giornata di martedì 18, in seno al ramo principale della “Jet Stream” australe sul Pacifico meridionale (nel tratto antistante le coste cilene), si è originata una ondulazione ciclonica (saccatura) che è salita verso il Cile settentrionale e il nord dell’Argentina.

L’affondo di questa saccatura è stato seguito dallo scorrimento, nella media troposfera, di aria piuttosto fredda che dalle basse latitudini oceaniche è risalita verso nord, con l’isoterma di -25° a 500 hpa che ha raggiunto il Cile e l’Argentina centrale, determinando condizioni di spiccata instabilità, mentre nei bassi strati la risalita delle masse d’aria fredde, pilotate lungo il bordo orientale di un “blocking” anticiclonico posizionato davanti la costa del Cile centro-meridionale, ha sviluppato un processo “baroclino”, successivamente acuito dai sensibili contrasti termici che si sono venuti a creare fra le masse d’aria fredde, d’estrazione sub-antartica, che risalivano dall’Atlantico meridionale, con l’aria molto più calda e secca, di tipo sub-tropicale continentale, che preesiste da settimane sopra la regione del Chaco e sugli altopiani interni del Brasile centro-meridionale.

Nel giro di poche ore l’area del Chaco è stata terra di fortissimi contrasti termici, con i caldi e secchi venti da Nord e N-NO, provenienti dai torridi altopiani del Mato Grosso, che si sono scontrati con l’aria più fredda e umida in risalita da Sud e S-SE, dall’Atlantico meridionale, creando una estesa linea di confluenza che ha alimentato lo sviluppo di una linea temporalesca che ha preceduto la risalita del fronte freddo, che si è rapidamente spostato verso l’Atlantico meridionale. Questi notevolissimi contrasti termici, sommati al transito della saccatura in quota, hanno contribuito ad agevolare lo sviluppo di una circolazione depressionaria sottovento alle Ande che si è chiusa nei bassi strati, con un minimo barico al suolo sceso sotto i 1000 hpa, che si è localizzato tra l’estremo nord dell’Argentina e il sud del Paraguay. L’area depressionaria cosi formata si è irrobustita ulteriormente nella giornata di mercoledì 19, quando è stata raggiunta dalle masse d’aria fredde che risalivano dalla Pampa argentina, spostandosi dapprima verso il Paraguay meridionale, per poi proseguire in direzione dell’Uruguay, prima di allontanarsi sull’oceano.

Conseguentemente a questa prima azione di “forcing” l’avvezione calda ad est e nord-est del minimo barico ha determinato una anomalia di temperatura potenziale positiva, mentre ad ovest e sud-ovest del minimo l’avvezione fredda ha prodotto una anomalia di temperatura potenziale negativa. Lungo la linea di demarcazione tra le due avvezioni nei bassi strati si è innescata una rapida intensificazione della circolazione depressionaria, che dopo aver raggiunto il territorio uruguagio è sprofondata sotto la soglia dei 990 hpa. Un minimo barico veramente profondo che ha infittito notevolmente il “gradiente barico orizzontale” (isobare molto fitte attorno al minimo centrale), generando una sensibile intensificazione dei venti che hanno raggiunto carattere di tempesta, mentre la pressione barometrica continuava a crollare, a seguito dei continui impulsi di aria fredda dai quadranti meridionali che hanno alimentato la struttura vorticosa che si era allontanata poco a largo delle coste uruguagie. I venti si sono rafforzati soprattutto lungo il bordo occidentale della circolazione depressionaria, li dove il già fitto “gradiente barico” veniva inasprito dalla risalita delle masse d’aria fredde, d’estrazione sub-polare oceanica, che accompagnavano un più repentino aumento della pressione atmosferica ad ovest  dell’area depressionaria. Mentre il profondo ciclone extratropicale si avvicinava all’Uruguay i venti si sono rafforzati tra il nord-est del Paraguay, l’Uruguay e il nord-est dell’Argentina, con forti burrasche che nella notte fra martedì 18 e mercoledì 19 iniziavano a sferzare il territorio uruguagio e il sud del Paraguay, con forti venti dapprima da Nord, poi ruotati da NE, più da E-SE in prossimità delle coste dell’Uruguay.

Ecco la profondissima circolazione depressionaria centrata a largo delle coste uruguagie, con un fittissimo "gradiente barico orizzontale" diretto verso la costa (credit INMET)

Ma le tempeste più violente sono sopraggiunte proprio nella giornata di mercoledì 19 Settembre, allorquando il profondo minimo depressionario, sceso al di sotto dei 988 hpa, si è spostato in oceano, nel tratto antistante le coste dell’Uruguay, con un fittissimo “gradiente barico orizzontale” che ha attivato fortissimi venti da Sud e S-SO, che hanno raggiunto picchi di oltre i 130-140 km/h sulle esposte località costiere che si affacciano sull’oceano Atlantico e sul Rio de La Plata. In alcune di queste località costiere uruguagie, mentre il profondo minimo barico si allontanava verso l’Atlantico meridionale, le forti tempeste hanno assunto carattere di autentico uragano, con picchi di raffica fino a 150-160 km/h. Addirittura nella città costiera di Punta del Este la locale stazione avrebbe raggiunto una massima raffica di ben 172 km/h, un valore veramente notevolissimo. Qui i fortissimi venti da Sud e S-SO hanno creato notevoli disagi, sradicando decine di alberi e pali della luce, mentre i tetti di diverse abitazioni ed edifici sono stati letteralmente scoperchiati. Nemmeno la capitale Montevideo non è stata risparmiata da questi fortunali, dove sono state registrate raffiche di vento fino a 120 km/h. Nella giornata di mercoledì 19 Settembre su Montevideo, durante lo spostamento del profondo ciclone extratropicale verso l’Atlantico, che si è posizionato a nemmeno 100 km a largo della città, i forti venti da SE e S-SE sono stati sostituiti da più impetuose correnti da Sud e S-SO che hanno raggiunto un picco di raffica di ben 122 km/h da Sud alle 12:32 PM, tanto da riuscire a polverizzare la pioggia e i rovesci che fin dalla mattinata sono caduti sulla capitale uruguagia. Un’altra raffica di oltre i 100 km/h è stata archiviata alle 11:00 AM, mentre un picco di 102 km/h, sempre da Sud, si è toccato intorno all’01:00 PM, con la pressione minima scesa sotto i 994 hpa.

I fortissimi venti dai quadranti meridionali si sono indeboliti gradualmente solo dalla serata successiva, non appena il potente ciclone extratropicale si è mosso verso il mare aperto. Anche nella città di Rocha le tempeste di vento dai quadranti meridionali, che hanno fatto seguito alla circolazione depressionaria piuttosto profonda, hanno lambito un picco di raffica di ben 120 km/h da SO. Qui i barometri sono scesi fino ad un minimo di 989 hpa, per poi risalire altrettanto rapidamente dalla serata successiva. Le bufere di vento hanno anche prodotto una conseguente intensificazione del moto ondoso tra il Rio de La Plata e il tratto di oceano Atlantico antistante, favorendo la formazione di ondate alte fino a 5-6 metri che hanno reso del tutto proibitiva la navigazione marittima. Delle mareggiate si sono pure abbattute nel tratto di costa compreso fra la capitale Montevideo e la zona di Punta del Este, con ondate alte più di 5 metri che si sono abbattute sulle coste. Le forti burrasche si sono sensibilmente attenuate solo dalla tarda serata/notte successiva. Oltre ai forti venti in Uruguay vanno segnalate anche le piogge intense, come i 121 mm caduti a Prado e 103 mm a Colonia in 24 ore. Notevoli pure i 95 mm di Laguna del Sauce e i 76 mm di Florida.

I forti venti ciclonici a largo dell'Uruguay (credit INMET)
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