“La verità’ e’ che le previsioni meteo non sono certe, ma hanno sempre e comunque un contenuto di tipo probabilistico“. Giampiero Maracchi, direttore dell’Istituto di biometeorologia del Cnr, liquida come “inutile“, “fine a se stessa“, “tipicamente italiana“, la polemica sulle presunte esagerazioni nell’allarme maltempo di ieri. “Se non fosse stato dato alcun allarme – sottolinea Maracchi – e fosse successo qualcosa di grave, tutti sarebbero andati a caccia dei responsabili; se, come poi e’ accaduto, l’allarme viene dato e finisce con l’essere ridimensionato almeno in parte dai fatti, tutti a dire che si era gridato ‘al lupo, al lupo’. Troppo facile“. “Se un evento estremo di un certo tipo ha una probabilità molto alta di verificarsi, diciamo del 70% – spiega il meteorologo – vuol dire anche che c’e’ un 30% di probabilità che non si verifichi: se accade questo, non vedo che cosa ci sia da meravigliarsi. Nessuna previsione e’ perfetta, e’ inutile illudersi, esiste un margine di ‘errore’, se di errore si può parlare, tanto piu’ alto quanto piu’ e’ lontano nel tempo l’evento. In Francia e’ successo, ad esempio, che in un caso analogo sia stata presentata una denuncia contro il servizio meteo nazionale. E che il magistrato non abbia potuto far altro che ‘assolverlo’ proprio partendo dal presupposto che le previsioni meteo sono previsioni di tipo probabilistico“. “Ripeto, non esistono certezze – conclude Maracchi – dipende da come si evolve il fenomeno, spesso nel giro di pochissime ore: quelle ‘a breve’ sono più affidabili, ma nemmeno quelle sono sicure. E’ vero, ci vorrebbe una regolamentazione degli avvisi, gli allarmi alla popolazione andrebbero dati solo quando si verifica tutta una serie di condizioni, ma anche in quel caso non e’ detto che quanto e’ stato previsto succederà’ davvero“.