Lunghe e persistenti scie nel cielo, comunemente visibili con il bel tempo, che fuoriescono dai reattori dei velivoli alle quote più disparate. Sono le scie di condensazione, che per qualcuno però rappresentano una vera e propria minaccia globale. Come riportato dal giornale svedese Katrineholms Kuriren, è di questo parere il leader di un partito svedese, Pernilla Hagberg. Il politico si è fatto avanti recentemente sulla questione, ammettendo apertamente che quei sentieri nel cielo, che spesso creano nubi insolite difficili a dissolversi o che coprono vaste porzioni dei nostri cieli, sono in realtà una miscela tossica di prodotti chimici, virus e metalli cancerogeni. Secondo Hagberg, le irrorazioni sono uno sforzo congiunto da parte della Central Intelligence Agency (CIA) e la US National Security Agency (NSA), e non sarebbe da meno il governo svedese attualmente in carica, che cerca di modificare le condizioni atmosferiche tramite le particelle di aerosol. In questo mix mortale, sempre secondo il politico, ci sarebbero metalli come l’alluminio e il bario, presenti nelle acque e nei terreni di tutto il mondo. A quanto sostiene, le normali scie di condensazione sono molto diverse dalle scie chimiche, che a poco a poco occupano tutto il cielo con un mare di nubi avvelenate. Il politico continua asserendo che l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), sarebbe stato costretto ad ammettere le irrorazioni in corso e che le particelle emesse non siano normali scie di condensazione. “La loro scusa – continua Hagberg – è che vengono irrorate per salvare il pianeta dagli effetti devastanti del cosiddetto riscaldamento globale o giustificando stravaganti politiche proposte”. Nel caso delle scie chimiche, la luce del Sole verrebbe bloccata in modo da abbassare la temperatura media globale, determinando deliberatamente un cambio dei modelli meteorologici e compensando lo scioglimento dei ghiacci polari, utilizzati come pretesto per avvelenare il pianeta. Un benefattore? Beh, potete giudicarlo voi stessi. In cambio, chiede dei voti al fine di essere rieletto per un altro mandato, e che solo in quel caso continuerà a combattere le scie chimiche sul suo paese! Forse il suo primo mandato non è bastato, e chissà quanti altri ne serviranno soltanto per cominciare questa sua personale guerra. Probabilmente avrebbe dovuto sfruttare al meglio il periodo che ha avuto a sua disposizione e ricordarsene prima. O forse, non c’era nulla contro cui combattere.