”Difendersi dai terremoti e’ possibile, basta volerlo. Perche’ non sono i terremoti a uccidere, sono le costruzioni che ci cadono in testa a farlo”. In un momento nel quale non e’ facile parlare di terremoti, Maria Teresa Fagioli presidente dell’Ordine dei Geologi della Toscana, esce allo scoperto. ”Il terremoto non fa altro che mettere in evidenza una carenza, quando non un reato, nella filiera selezione del sito – progettazione – edificazione. Ecco perche’ il lavoro del geologo e’ parte essenziale di questa filiera. Non e’ possibile progettare senza conoscere il sottosuolo e il suo comportamento in caso di terremoto”. Dunque, quello che occorre, ricorda Fagioli, e’ la prevenzione, l’agire prima, piu’ che la previsione dei sismi. Anche perche’ ”se non e’ possibile ad oggi prevedere quando il prossimo sisma colpira’, e’ invece possibile sapere quali aree sono a rischio e quanto tale rischio e’ grave, zona per zona”. Altrimenti, come L’Aquila insegna ”il circo mediatico sembra saper assegnare ai geologi, siano essi professionisti, funzionari o accademici, solo il ruolo di Cassandre e i pubblici Amministratori e qualche tribunale dell’Inquisizione quello di capro espiatorio”. Ma prevenire significa anche andare a salvaguardare quello che e’ gia’ stato costruito. ”L’Italia ha una storia, anche edilizia, plurimillenaria, e non sarebbe folle e criminale dimenticarsi degli edifici esistenti. Chiese, palazzi, municipi, caserme, scuole possono trasformarsi in spaventose trappole mortali se non reggono ad una scossa. A questo punto il problema non e’ solo tecnico, ma economico e soprattutto politico”, sottolinea il presidente dell’Ordine dei Geologi della Toscana.
Un libretto per salvare vite umane. Un esempio di iniziativa che potrebbe salvare molte vite e promuovere una progressiva rottamazione di singoli immobili o interi insediamenti insostenibili, non solo per problemi di sismicita’ ma anche idrogeologici, potrebbe essere il lungamente discusso e mai reso obbligatorio libretto del fabbricato. Il libretto dovrebbe contenere non solo informazioni sull’edificio in se stesso ma anche, sui rischi (idrogeologici sismici o di altra riconosciuta natura territoriale) cui l’edificio, e i suoi abitanti, sono esposti a causa dello specifico punto dove l’immobile si trova, del tipo di terreni su cui poggia (e quindi della loro risposta sismica), del grado di ”salute” idrogeologica e di manutenzione ordinaria del territorio di pertinenza. I Comuni a rischio in Toscana. L’Italia nel complesso e’ un paese ad alta sismicita’ e la Toscana non fa purtroppo affatto eccezione: su 287 Comuni, 196 hanno i propri territori a rischio, con il 70% degli edifici pubblici e privati dell’intera Regione, nelle aree piu’ pericolose. Sono una novantina i territori Comunali dove invece i terremoti possono colpire duro (Aree a maggior rischio sismico) e ci abita oltre il 20% della popolazione regionale. Esposti ad un rischio appena di poco inferiore sono i territori di 106 Comuni ove risiede oltre la meta’ della popolazione della regione.
In ordine decrescente, la capofila delle aree a rischio e’ la provincia di Lucca con 22 Comuni, seguono a ruota Arezzo con 19, Massa Carrara con 14 e Firenze con 12. Chiudono la provincia di Pistoia con 5 Comuni, Siena con 4, Prato con 3 e Grosseto con 2. Come prevenire i terremoti. La prevenzione dei danni daterremoti e le misure di applicare per gli edifici in progettazione e per quelli esistenti saranno al centro della giornata di studio di venerdi’ 9 novembre che si svolgera’ a Firenze all’Hotel Londra. Organizzata dall’Ordine dei Geologi della Toscana e alla quale hanno gia’ dato la loro adesione oltre 200 professionisti, saranno presentati ”I quaderni NTC” elaborati dalla Commissione Interregionale costituita da geologi provenienti da tutte le parti d’Italia. I quaderni NTC, sono un’iniziativa che parte dalla base, da coloro che le norme devono poi applicare, per mitigare genericita’, inesattezza ed inefficacia di quelle stesse norme (DM 14 Gennaio 2008 – Nuove Norme Tecniche per le costruzioni), promulgate in fretta e furia dai politici nel tentativo di minimizzare le proprie responsabilita’ di fronte all’opinione pubblica ed ai parenti delle vittime del terremoto dell’Aquila. ”Certo – continua la presidente Fagioli – si tratta di un convegno squisitamente tecnico ma che ripropone, insieme agli argomenti specialistici, un tema importante ben noto ai geologi, ma ahime’, non altrettanto al resto della cittadinanza. Ovvero che ogni costruzione, per quanto moderna, tecnologica, geniale non vale piu’ della capacita’ del terreno su cui poggia di reggerla, anche in caso di terremoto. Delle strutture edilizie si occupano stuoli di altre alte professionalita’, ma per il sottosuolo noi geologi siamo da soli. Un ruolo essenziale, ma troppo spesso ancora sottostimato al punto che, certe insipienti stazioni appaltanti arrivano a svalutarne ufficialmente la prestazione dell’80%. Geologi che, in caso di problemi, vengono pero’ chiamati poi, giustamente, dalle Autorita’ inquirenti, a risponderne al 100%”.