Nel mese di Gennaio il sole raggiunge lo “Zenit” (area di massima insolazione diurna, con i raggi solari che nelle ore centrali del giorno cadono perpendicolarmente sull’orizzonte) sul tropico del Capricorno, dove entra nel vivo il periodo clou della stagione delle piogge sugli altopiani dell’Africa australe. Proprio a causa dei passaggi “zenitale” del sole il “fronte di convergenza intertropicale” (noto con la sigla di “ITCZ”) raggiunge il suo posizionamento più meridionale annuo, scivolando a sud dell’umido bacino del Congo, verso l’area tropicale dell’Africa meridionale, dove l’attività convettiva, ulteriormente esaltata dalla linea di confluenza fra i venti occidentali del “Monsone di Guinea” e quelli orientali sospinti dall’Aliseo di SE, che domina sopra l’oceano Indiano meridionale, in questo periodo dell’anno raggiunge la massima intensità. Con il sensibile arretramento del “fronte di convergenza intertropicale” anche il torrido anticiclone sub-tropicale sahariano tende a spostare il proprio baricentro verso sud, invadendo la vasta area semi-desertica del Sahel, inglobando tutti i paesi dell’Africa sub-sahariana, dove invece entra nel vivo la stagione secca.
Lo spostamento verso sud dell’anticiclone sub-tropicale sahariana sta favorendo anche una sensibile intensificazione dei secchi e polverosi venti di “Harmattan”, che non sarebbe altro che il corrispondente dell’Aliseo di NE sopra il deserto del Sahara. La notevole differenza di pressione che si viene a determinare tra l’area sahariana, sede del robusto anticiclone sub-tropicale del Sahara (che in questo periodo arretra poco a nord del golfo di Guinea), e l’Africa centro-meridionale, dove permangono le basse pressioni di origine termica che danno luogo all‘intensa attività convettiva, stanno accompagnando un ulteriore intensificazione dei venti di “Harmattan”, che per giorni e giorni continuano a spazzare le infinite distese desertiche del Sahara, dall’Egitto meridionale e dal Sudan fino al Burkina Faso, con intensi venti da E-NE e NE, che molto spesso riescono a lambire i 40-50 km/h, sollevando grandi nuvole di polvere e pulviscolo desertico che vengono spinte fino all’Atlantico tropicale, dove molto spesso i cieli appaiono pesantemente velati. Passando sopra le zone desertiche i sostenuti venti di “Harmattan” sollevano per aria ingenti quantità di polvere e pulviscolo desertico, producendo delle vere e proprie nuvole di polvere che spesso si muovono in direzione delle coste dell’Africa occidentale.
In molte località dell’Africa occidentale, specie fra Niger, Mali, Burkina Faso, Mauritania, Senegal e nella regione separatista del Sahara occidentale, le tempeste di polvere, prodotte dagli intensi venti nord-orientali provenienti dal cuore del Sahara, causano drastiche riduzioni della visibilità orizzontale, creando non pochi disagi, soprattutto per il traffico aereo, con molti aeroporti chiusi e decine di voli cancellati per la pessima visibilità. In questi giorni, con l’ulteriore discesa verso sud del baricentro del robusto e grande anticiclone sub-tropicale sahariano, le secche e polverose correnti di “Harmattan”, dal Ciad si sono estese fino al Camerun e al sud della Nigeria, arrivando a raggiungere persino le coste affacciate sul golfo di Guinea, con una debole ventilazione da Nord e N-NE, proveniente direttamente dalla fascia semi-desertica del Sahel. Una debole ventilazione da Nord si è affacciata persino sull’area di Lagos, inibendo l’umida ventilazione marittima da S-SO e SO (legata al “Monsone di Guinea”) che per tutto l’anno domina sul golfo di Guinea.
L’arrivo dei secchi e caldi venti di “Harmattan” spesso viene invocato a gran voce dalle popolazioni che abitano lungo il golfo di Guinea, visto che il soffio provoca un forte abbassamento dei tassi di umidità relativa e dell’effetto afa (insopportabile a quelle latitudini), rendendo il clima meno soffocante. Pur essendo un vento caldo l’”Harmattan” può anche portare importanti episodi di freddo sui paesi del golfo di Guinea. I bassi tassi di umidità relativa, durante le ore notturne, in presenza di cieli sereni e scarsa ventilazione nei bassi strati, possono favorire l’insorgenza di importanti inversioni termiche nei bassi strati, tanto da far sprofondare le temperature minime sotto la soglia dei +19°C +17°C in piena area sub-equatoriale. I più grandi episodi di freddo che hanno colpito l’area di Guinea sono associata a grandi spinte delle secche correnti di “Harmattan” verso i paesi che si affacciano sul golfo di Guinea. Per varie volte la metropoli nigeriana di Lagos si è avvicinata al suo record assoluto per merito dei venti secchi di “Harmattan” che portano bassa umidità. Sulle aree costiere nigeriane l’aria secca spinta dai venti di “Harmattan” stanno anche agevolando ampie escursioni termiche diurne che sarebbero quasi impossibili nel resto dell’anno.
Lo scorso 1 Gennaio all’aeroporto di Lagos gli estremi termici giornalieri sono stati rispettivamente di +36°C/+19°C. Una escursioni termica veramente fuori dall’ordinario per la fascia sub-equatoriale. Il tutto accompagnato da una ventilazione da NE e Est che ha toccato i 24 km/h di media in pieno giorno. Potenza dell’”Harmattan”. Nei prossimi giorni i secchi e polverosi venti da NE e E-NE continueranno ad interessare le coste affacciate sul golfo di Guinea, in particolare l’area fra il Camerun e la Nigeria, favorendo un clima molto più secco della norma e con insolite escursioni termiche giornaliere, con ampi scarti fra il giorno e la notte. Più a sud, sul golfo di Guinea, stazioneranno le “Calme equatoriali”, una estesa zona di bonaccia, che segnerà la linea di confine fra il secco flusso dell’”Harmattan” e l’umida ventilazione meridionale del “Monsone di Guinea”, entro la quale si innescheranno forti moti convettivi che costruiranno imponenti “Celle temporalesche” e “Clusters” particolarmente intensi.