La Regione Campania dovra’ fornire, entro il 31 marzo, elementi utili ad una delimitazione ancora piu’ definita della “zona rossa” e del numero di residenti che andrebbero effettivamente allontanati in caso di eruzione del Vesuvio. Analogo “dettaglio” andra’ precisato entro giugno per i campi Flegrei. Lo ha reso noto il capo del dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli, nella conferenza stampa seguita al Comitato operativo chiamato a fare il punto sui piani di emergenza delle due zone a rischio vulcanico. “Non e’ una differenza da poco – ha sottolineato Gabrielli – avere un censimento preciso permetterebbe di calibrare ancora meglio le procedure di evacuazione che nel caso del Vesuvio, al momento, riguarderebbero 800mila persone e nel caso dei Campi Flegrei altre 400mila. Un’eventuale evacuazione anche via mare? Sino ad oggi si e’ pensato solo al trasporto su gomma, ma e’ un’ipotesi che non mi sento di escludere in partenza”. Gli eventuali evacuati “sarebbero alloggiati nelle altre regioni – ha confermato il capo del dipartimento – cosi’ come previsto nel piano precedente, quando ciascuno dei 18 comuni inclusi nella vecchia ‘zona rossa’ era fidelizzato con un territorio. Certo, sarebbe un evento di proporzioni importanti, che proporrebbe una serie di problemi almeno in parte gestibili solo sul campo, nell’immediato, e che dal punto di vista dei costi richiederebbe un fondo molto cospicuo e, quasi inevitabilmente, un contributo dell’Unione europea”. I primi piani riguardanti Campi Flegrei e Vesuvio risalgono, rispettivamente, agli anni ’80 e alla meta’ degli anni ’90, ma sono stati rivisitati in momenti successivi e riaggiornati alla luce della produzione scientifica di questi ultimi mesi. “Ma i piani – ha fatto notare Gabrielli – hanno senso se sono conosciuti, se c’e’ da parte del territorio un’adeguata consapevolezza del rischio”. I vulcanologi, ad esempio, dicono che le condizioni che vivono i Campi Flegrei “dal punto di vista della pericolosita’ non hanno eguali in nessun’altra parte del mondo, ma non e’ certo una scoperta recente: quel territorio e’ costantemente monitorato dall’Osservatorio Vesuviano, una garanzia per tutti, e se attualmente si e’ passati dal livello di allerta ‘base’ a quello successivo di ‘attenzione’ cio’ non esclude che si possa tornare al livello piu’ basso qualora certi parametri dovessero ridimensionarsi”. Alla conferenza stampa, nel quartier generale della Protezione civile di via Vitorchiano, hanno partecipato anche l’assessore alla Protezione civile della Campania, Edoardo Cosenza, il direttore dell’Osservatorio Vesuviano, Marcello Martini, e il vulcanologo Mauro Rosi.