Il disgelo sulla Russia europea provoca gravi inondazioni nella parte centrale del paese, scatta l’allerta

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Con l’avvento dei primi tepori primaverili sugli sterminati bassopiani della Russia europea inizia pure la stagione delle classiche inondazioni da disgelo. Dopo le nevicate tardive delle ultime settimane in Russia sono puntualmente arrivati i primi caldi primaverili e con essi anche il tanto atteso disgelo. Buona parte del manto nevoso accumulato al suolo e nel terreno dalle nevicate tardive di fine Marzo e inizio Aprile si è fuso di colpo, provocando il conseguente ingrossamento di canali e fiumi sulla medio-bassa pianura Sarmatica. In diverse regioni della Russia europea centro-meridionale, in particolare lungo il Volga, lo scioglimento della neve al suolo è stato cosi repentino da causare delle inondazioni, ulteriormente favorite dai territori prevalentemente pianeggiati che agevolano il ristagno dell‘acqua su vaste zone. Il brusco innalzamento delle temperature, tipico dei climi marcatamente continentali, e il prolungamento dell’insolazione diurna, sempre più intensa, stanno ulteriormente accelerando la rapida fusione dell’enorme quantità di neve depositata sui terreni e nelle campagne della Russia europea. La piena dei corsi d’acqua e dei principali bacini idrografici sta seriamente minacciando diverse città e villaggi periferici della Russia centrale, dove si registrano al momento le situazioni più critiche.

Con il progressivo aumento delle temperature, atteso nei prossimi giorni, molti di questi centri della Russia centrale rischiano di finire sott’acqua, con inevitabili ripercussioni sull’agricoltura. In alcune zone il livello dell’acqua avrebbe superato i 50-60 cm, avvicinandosi ormai al metro. Situazione che sta costringendo le autorità russe ad effettuare anche delle evacuazioni nelle aree dove le acque hanno superato il livello d’attenzione. Come abbiamo già detto, proprio a partire da Aprile, a Maggio nelle zone più fredde del nord e lungo la tundra artica, come da tradizione comincia il disgelo. Il veloce scioglimento delle masse di neve e ghiaccio accumulate al suolo dopo la lunga e rigida stagione invernale trasforma la Russia europea e le vastissime distese della Siberia in una sorta di enorme palude, causando la formazione di numerosi laghi, stagni e acquitrini  che possono persistere fino ai mesi di Giugno e Luglio, prima di evaporare quasi del tutto. Quest’anno, a differenza delle precedenti annate, il disgelo è stato molto più rapido e disastroso, perché ha riguardato un ampia area che parte dalla Russia meridionale e si porta fino ai confini con la Siberia occidentale e la costa dell’Artico russo, più a nord. Va pure ricordato che quest’anno le quantità di neve accumulata sul terreno, soprattutto fra Febbraio e Marzo, erano particolarmente abbondanti, a causa delle diffuse precipitazioni nevose che hanno investito una larga fetta del comparto russo e l’area siberiana. La maggior quantità di neve fusa ha di conseguenza esacerbato la portata  degli allagamenti, creando molto più disagi del previsto rispetto agli anni scorsi. Nelle prossime settimane il disgelo interesserà anche le aree più settentrionali della Russia europea e della Siberia, dove tuttora il freddo continua a farla da padrone.  

L'esteso manto nevoso ancora esistente sulla Siberia
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