La grande siccità in atto nella Sicilia orientale: mappe e dati

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Deficit_P_gen-apr_2013Mentre il nord Italia ha vissuto la sua primavera più piovosa degli ultimi due secoli, nella Sicilia orientale si sta verificando la più importante siccità degli ultimi 10 anni con circa la metà della pioggia mediamente attesa in provincia di Siracusa dall’inizio del 2013 (appena 138 mm dal 1° gennaio al 31 maggio a Noto). Il SIAS spiega che, come già segnalato nel mese di gennaio, il quadro meteorologico che ha caratterizzato il periodo autunno invernale 2012-2013 ha visto una limitata frequenza di perturbazioni sul settore sud-orientale, in particolare nelle province di Catania, Siracusa, Ragusa ed Enna. Mentre nel complesso sono state piuttosto frequenti le perturbazioni di provenienza atlantica e le circolazioni depressionarie sul Tirreno, in particolare sul settore occidentale, sono state invece molto rare le circolazioni depressionarie sullo Ionio e sulla parte orientale dello Stretto di Sicilia.
P_gen-apr_2013Tale comportamento del quadro meteo non si è limitato al periodo autunnale, ma è sostanzialmente proseguito nel periodo invernale e nella prima parte della primavera. 
Nel complesso pertanto si sono potute osservare in Sicilia precipitazioni cumulate vicine alle medie stagionali o talora significativamente superiori nelle province occidentali, mentre le altre province hanno visto un generale deficit che si è progressivamente consolidato nel corso dell’annata agraria. La parte più significativa del deficit risulta accumulata nel periodo autunnale, mentre nel periodo invernale l’anomalia è stata meno marcata, tanto che nell’ultimo decennio è stata osservata nel quadrimestre gennaio-aprile un carenza di precipitazioni più grave di quella attuale almeno una volta, nell’anno 2008. La mappa delle precipitazioni del periodo gennaio – aprile 2013 mostra molto bene in ogni caso che i valori assoluti di precipitazione sono stati particolarmente limitati in provincia di Siracusa con il minimo regionale di 136 mm registrati dalla stazione di Noto C.da San Nicola, e che anche buona parte delle province di Catania, Enna, Ragusa e Caltanissetta hanno visto precipitazioni inferiori ai 300 mm.

La mappa del deficit rispetto alla media dell’ultimo decennio mostra, molto meglio di quanto non faccia la mappa dei valori assoluti, che l’anomalia ha riguardato in modo significativo anche tutto il versante orientale dell’Etna ed il messinese ionico.

P_mag-apr_2013Sono tuttavia le mappe relative al periodo maggio 2012 – aprile 2013 a mostrare in modo più eloquente la situazione di siccità. Se si considera l’intero anno decorrente dal 01/05/2012, si osserva che nell’ultimo decennio il periodo trascorso è stato il più siccitoso per le province di Catania, Ragusa e Siracusa, quest’ultima in modo così marcato che il deficit di precipitazioni supera il 40%, con una media provinciale di 410 mm contro una media del decennio di 720 mm e contro un valore minimo registrato in precedenza di 631 mm nel periodo corrispondente 2007-2008.
Il valore minimo di precipitazione totale nei 12 mesi in Sicilia è stato registrato a Pachino con 302 mm, corrsispondente ad un deficit di precipitazioni del 49% rispetto alla media degli ultimi anni.

Deficit_P_mag-apr_2013In termini relativi, il deficit maggiore si colloca in provincia di Catania sul versante orientale dell’Etna, con il 57% di deficit registrato a Riposto ed il 55% di Linguaglossa. È interessante notare che l’analisi a 12 mesi rivela un significativo deficit anche nelle province di Enna, Caltanissetta, Messina e nella parte orientale della provincia di Palermo, anche se in misura decisamente meno grave.

Estendendo l’analisi a livello delle serie storiche, va messo in evidenza che deficit ancora più gravi di quelli attuali si verificarono nel periodo maggio 2001-aprile 2002 e prima ancora nell’analogo periodo tra 1987-88.

Ciò non toglie che l’attuale siccità costituisca un aggravio per le aziende agricole in termini di maggiori costi per irrigazione e di minore produzione, in particolare per i seminativi non irrigui e per le foraggere. Vanno inoltre evidenziati i problemi legati alla mancata ricarica degli acquiferi.

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