Almeno 26 persone sono morte per avvelenamento da cadmio e altre centinaia si sono ammalate a partire dal 2009 nei pressi di una fabbrica in disuso nel villaggio di Shuangqiao, nella provincia centrale cinese di Hunan. E’ quanto riportano oggi i media locali. Dalle analisi condotte su campioni di terreno del villaggio è infatti emersa una concentrazione di cadmio 300 volte superiore ai limiti consentiti; inoltre è stata riscontrata una presenza eccessiva di questo metallo altamente tossico in 500 delle 3.000 persone sottoposte a controlli dalle autorità sanitarie. Stando a quanto precisato oggi dal China Youth Daily, almeno 26 persone sono morte a causa dell’esposizione al cadmio negli ultimi quattro anni, di cui 20 per cancro, mentre numerosi bambini del villaggio sono nati con malformazioni. Il giornale ha ricordato come fino al 2009 fosse operativo nel villaggio un grande impianto chimico, che ha lasciato “un enorme” ammasso di rifiuti industriali, che continua a rilasciare “un odore che non va via“. Il quotidiano ha quindi bollato la vicenda come “uno dei 10 maggiori disastri ambientali del Paese“.
Il cadmio è una sostanza altamente tossica e cancerogena. Il ministero dell’Ambiente cinese ha riconosciuto di recente l’esistenza dei “villaggi del cancro“, dopo che per anni i media avevano riferito di oltre 100 zone rurali inquinate, con gravi ripercussioni per la salute della popolazione.
Il cadmio è una sostanza bandita dalla Comunità secondo la direttiva Europea (RoHS), che vieta l’utilizzo di sostanza cancerogene in materiale elettrico e computers. La direttiva RoHS considera il cadmio come la terza sostanza più tossica fra quelle bandite. Il testo emendato della direttiva stabilisce che i pannelli fotovoltaici (costruiti prevalentemente in Cina) sono esclusi dal campo d’applicazione del provvedimento, perché sono installati e rimossi da personale qualificato e contribuiscono agli obiettivi comunitari sulla produzione di energia rinnovabile,come se questo bastasse a renderli atossici!