Il flusso umido del Monsone di Guinea apporta importanti precipitazioni sul Sahel occidentale, tutto merito dell’avanzamento dell’ITCZ

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Il posizionamento dell'ITCZ sul fronte africano durante l'ultima decade di Agosto (credit NOAA)
Il posizionamento dell’ITCZ sul fronte africano durante l’ultima decade di Agosto (credit NOAA)

Quest’anno la stagione delle piogge estive “zenitali” sulle vaste distese semi-desertiche dell’Africa sub-sahariana, legata al passaggio del “fronte di convergenza intertropicale”, si è presentata un po’ più fiacca, a dispetto delle abbondanti precipitazioni accumulate durante la scorsa stagione estiva, quando in gran parte del Sahel si registrarono importanti surplus idrici. Durante l’estate 2012 fin dall’inizio la stagione delle piogge “zenitali” sull’Africa sub-sahariana si era rilevata più intensa del previsto grazie al mantenimento della posizione avanzata del “fronte di convergenza intertropicale” su buona parte dell’Africa occidentale, in particolare il settore fra Niger e Ciad. In quasi tutti i paesi del Sahel, dal sud del Mali, passando per il Burkina Faso, il Niger meridionale, il Ciad meridionale e il South Sudan, si archiviarono apporti pluviometrici superiori alle media, con surlpus però localizzati solo in aree più ristrette. Il posizionamento cosi avanzato dell’ITCZ sul fronte africano era da imputare alle anomalie termiche oceaniche dell’Atlantico equatoriale, nel tratto poco a sud e sud-ovest del golfo di Guinea.

west_africa_monsoonTali anomalie oceaniche hanno originato un temporaneo rinforzo del flusso del Monsone di Guinea (altro non è che il corrispondente dell’Aliseo di SE sull’Atlantico meridionale che oltrepassa l’equatore ed in prossimità delle coste dell’Africa occidentale viene deviato verso destra dalle depressioni termiche che si formano sull’Africa centrale e il Sahel) che a sua volta, estendendosi verso il Sahel fino al Mali, Niger, sud del Ciad e South Sudan, ha spinto l’ITCZ ben oltre le medie climatologie del periodo, specie sull’Africa occidentale dove il “fronte di convergenza intertropicale”, causa le ingerenze degli umidi venti da SO e O-SO di lontana origine atlantica, si è posizionato fra il Mali centrale, il nord del Niger e il Ciad centro-settentrionale. Quest’anno il “fronte di convergenza intertropicale” si è mosso a scacchi, seguendo periodiche fluttuazioni verso nord, alternate a repentini arretramenti verso sud, indotti dal rinforzo della calda, polverosa e secca ventilazione da N-NE e NE, dominante sopra le vaste distese desertiche di Egitto, Sudan, Ciad e Libia.

west_africa_atlantic_aLa sostenuta ventilazione settentrionale in azione sopra il Sahara orientale, alimentata (nei mesi di Luglio e Agosto) da un rinforzo del flusso degli “Etesii” fra il mar Egeo e Creta, penetrando lungo le coste libiche ed egiziane, ha rinvigorito i venti da N-NE e NE, in entrata sul deserto egiziano e cirenaico, favorendo un deciso arretramento dell’ITCZ, verso il South Sudan, la regione del Darfur e il Ciad centro-meridionale. Ciò spiega perché le precipitazioni più forti hanno interessato solo fra il South Sudan, il Darfur e il Ciad meridionale, dove si sono sviluppate imponenti “Cellule temporalesche” e “Cluster” (temporali a grappolo) che hanno dato la stura a forti acquazzoni e persino a drammatiche inondazioni lungo il confine fra il Sudan meridionale e il nuovo stato del South Sudan. Ben più consistenti sono risultate le piogge lungo il fronte dell’Africa occidentale. Qui l’ITCZ ha mantenuto una posizione piuttosto avanzata per alcune settimane, arrivando a spingersi ben oltre i 20° di latitudine nord. Nell’ultima decade del mese di Agosto il “fronte di convergenza intertropicale” si è posizionato a circa 20.2° di latitudine nord, sull’Africa occidentale, di circa 0.8° sopra la media climatica del periodo.

Un intenso rovescio di pioggia equatoriale
Un intenso rovescio di pioggia equatoriale

Questa posizione cosi avanzata, seppur di 0.2° in meno rispetto alla seconda decade, è stata raggiunta grazie ad un progressivo rinforzo dell’umido flusso da S-SO e SO, legato al Monsone di Guinea. L’umida ventilazione meridionale, proveniente direttamente dall’Atlantico sub-equatoriale, è riuscita ad estendersi, nei bassi strati, fino al Mali, il Burkina Faso e il Niger, con temporanee intensificazioni dei venti da S-SO e SO a ridosso delle coste della Guinea. Questa notevole espansione di latitudine degli umidi venti monsonici di Guinea ha costretto i caldi e secchi venti da E-NE e NE (“Harmattan”, corrispondente all’Aliseo di NE sul Sahara), prevalenti su tutto il deserto del Sahara, ad arretrare verso nord, spirando piuttosto tesi fra il deserto libico, l’area montuosa dell’Ahaggar e l’entroterra desertico algerino e del Marocco meridionale fino al Sahara occidentale e alla Mauritania. Le infiltrazioni d’aria umida, di origine oceanica, fin sulle aree desertiche del Mali centrale e del Niger occidentale, ha destabilizzato l’atmosfera, agevolando la formazione di grosse “Celle temporalesche” e più complessi sistemi convettivi a “Multicella”, anche di dimensioni considerevoli, che si sono sviluppati lungo la linea di confluenza fra gli umidi venti da S-SO, provenienti dal golfo di Guinea, e le più calde correnti da NE e E-NE, in uscita dall’arida regione sahariana.

west_africa_atlantic_bSi sono cosi generati dei sistemi temporaleschi che hanno arrecato forti piogge e rovesci, anche di forte intensità, che hanno bagnato ampie zone del Mali e del Niger occidentale, sconfinando fino in pieno deserto. Piogge veramente molto abbondanti, nell’ultima decade di Agosto, si sono abbattute fra il Mali sud-occidentale ed il Niger sud-occidentale, con accumuli pluviometrici di oltre i 100-150 mm in pochi giorni. Significative anche le piogge che hanno bagnato il Mali centrale e l’ovest della Mauritania, con temporali sviluppati in pieno deserto che hanno prodotto dei rinverdimenti. In questi giorni l’ITCZ sta cominciando, seppur molto lentamente, ad arretrare verso sud. Sull’arretramento verso sud del “fronte di convergenza intertropicale” inciderà anche il progressivo inspessimento del “gradiente termico” e di “geopotenziale” lungo le latitudini temperate, indotto dal progressivo raffreddamento della regione artica, con la scomparsa dei raggi solari sotto la linea dell’orizzonte. Tale incremento del “gradiente termico” e di “geopotenziale” imprimerà anche una maggiore dinamicità all’atmosfera, accompagnandoci molto gradualmente al cambio di stagione.

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