È di questi giorni la notizia del ritrovamento di un antichissimo tempio romano nei sotterranei del Palazzo Canevari, ex sede dell’Ufficio Geologico Italiano. Il palazzo oggi è abbandonato, anche se sulla sua facciata ancora si legge la grossa scritta “Ufficio Geologico”. È stato venduto nel 2004 ad una società privata in seguito ad un piano di vendite del patrimonio pubblico dell’allora ministro Tremonti, ma da allora è vuoto e inutilizzato.
Lo scandalo relativo a questo enorme edificio in stile Liberty situato a due passi dalla stazione Termini e da piazza della Repubblica, è che fino al 1995 ospitava un bellissimo museo geologico, che da allora è stato smantellato e impacchettato in scatoloni. Centocinquantamila reperti di alto interesse paleontologico, mineralogico, petrografico, oltre a numerosi plastici che illustrano i più importanti processi che avvengono sul pianeta Terra, sono rimasti negli scantinati dell’edificio fino all’anno scorso. Nel 2012 sono stati sparpagliati in vari punti di Roma (una piccola parte esposti in uno spazio presso Termini) e infine portati in un magazzino all’EUR, nella sede dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), dove continuano a restare imballati e inutilizzati.
Una città come Roma, capitale d’Italia, paese in cui le ricchezze paleontologiche sono immense (basti pensare ai recenti ritrovamenti presso Bari, o quelli di Altamura solo per citarne alcuni), dove la giovane natura geologica fa sì che coesistano bellezze paesaggistiche stupende con forti rischi (rischio sismico, vulcanico, idrogeologico), dovrebbe avere un museo che metta a disposizione della popolazione le basi per avere una cultura geologica, non lasciarla abbandonata in uno scantinato. A maggior ragione non per dei lunghissimi 18 anni.
A Roma esiste comunque un altro museo geologico, anche se più piccolo: si trova presso l’Università La Sapienza, al secondo piano dell’edificio di Mineralogia. Nello stesso edificio è ospitato anche il Museo di Mineralogia, nel quale è conservato anche un frammento della meteorite di Orvinio (caduta nella zona dei Lucretili nel 1872). Infine sempre nella città universitaria de La Sapienza, presso l’edificio di Geologia (attaccato a quello di Mineralogia) è presente il Museo di Paleontologia, anch’esso ricchissimo di reperti di altissimo interesse fra cui lo scheletro di un esemplare di Elephas antiquus, elefante del Pleistocene di cui sono stati trovati moltissimi resti nella campagna romana, lo scheletro di un due ippopotami, di un cervo e di molte altre specie che vivevano decine di migliaia di anni fa nell’area di Roma. E’ presente anche una ricchissima collezione di fossili di invertebrati.