Influenza: è tornato il virus H1N1, 40 morti in Grecia e appello per vaccinazioni di massa negli USA

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VIRUS H1N1In una stagione influenzale di media intensita’ per numero di casi, sta destando preoccupazione il ‘colpo di coda’ del virus ex pandemico H1N1, che in alcuni Paesi torna a far parlare di se’ per gli effetti mortali registrati in particolare fra giovani e adulti di mezza eta’. E mentre in Grecia il bilancio e’ di 40 morti, di cui 2 bimbi piccoli, e oltre 140 contagiati ricoverati in terapia intensiva, negli Usa i funzionari della sanita’ hanno lanciato un appello esortando alla vaccinazione di massa: iniezione scudo per tutti, a partire dai bebe’ con piu’ di 6 mesi di vita e comprese le donne in gravidanza. L’allarme rimbalza sui media statunitensi. In Italia, intanto, la stagione influenzale “sta evolvendo secondo le previsioni, confermandosi non particolarmente rilevante in termini quantitativi”. In qualche modo, spiega infatti all’Adnkronos Salute il virologo dell’universita’ Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco, il Belpaese e’ stato protetto dalle condizioni meteo di questo inverno. Non c’e’ stato freddo intenso, piuttosto sbalzi termici che non facilitano la circolazione dei virus dell’influenza, ma hanno favorito invece i virus parainfluenzali. Tanto che, ai quasi 3 milioni di casi finora imputati ai virus stagionali, si sono aggiunti 4,5 milioni di italiani colpiti dai virus ‘cugini’, in particolare i gastrointestinali. Per quanto riguarda l’azione dell’H1N1, non mi risulta in Italia un incremento nelle situazioni da ospedalizzazione”. Un’altra aria si respira negli Usa dove Tom Frieden, direttore dei Cdc, i centri per la prevenzione e il controllo delle malattie, secondo quanto riportato dal ‘Los Angeles Times’ ha lanciato un monito: “L’influenza puo’ fare molto male a chiunque molto in fretta, e puo’ arrivare a uccidere. La vaccinazione e’ il gesto piu’ importante che si puo’ fare per proteggere se stessi”. Oltreoceano i casi di questa stagione influenzale sono stati causati prevalentemente dal virus H1N1, lo stesso ceppo dell’influenza suina che ha causato la pandemia nel 2009. E anche se le autorita’ sanitarie precisano che la prevalenza sembra essere inferiore a quell’anno, i dati preliminari suggeriscono che ha ucciso o portato al ricovero piu’ giovani e adulti di mezza eta’ del solito. Negli studi diffusi ieri, gli epidemiologi dei Cdc segnalano che in un campione nazionale di 122 citta’ degli States emerge come il 61% dei ricoveri correlati all’influenza abbia riguardato persone fra i 18 e i 64 anni. Una percentuale che negli anni passati era molto piu’ bassa, fra il 35% e il 43%. In un altro rapporto che si e’ concentrato solo sulla California, il Dipartimento statale della salute pubblica parla di 405 pazienti under 65 morti o ricoverati in un reparto di terapia intensiva a causa dell’influenza tra il 29 settembre e il 18 gennaio. Dati gia’ piu’ alti di quelli registrati nelle intere precedenti stagioni influenzali dai tempi della pandemia. Dei 94 decessi esaminati nel report, l’85% riguarda ovviamente pazienti fragili con altre patologie in corso (dal diabete alla Bpco, dall’asma all’obesita’ patologica), estremamente vulnerabili a complicanze di vario tipo. Le notizie che arrivano da Grecia e Usa, commenta Pregliasco, “mettono in evidenza come l’influenza non sia un evento cosi’ banale: nei soggetti fragili puo’ creare difficolta’ e complicanze anche gravi. In Italia manca la descrizione di questo aspetto”. Rimane ancora poco chiara la causa esatta dell’aumento di ricoveri proprio fra giovani e adulti di mezza eta’, tuttavia gli esperti fanno notare che sono le fasce d’eta’ che tradizionalmente si vaccinano meno contro l’influenza. Secondo le stime, negli Stati Uniti solo il 34% dei 18-64enni si sottopone all’iniezione scudo, mentre la copertura per gli over 65 anni e’ del 62%. Il tasso di vaccinazione fra i giovani, nella fascia d’eta’ tra 6 mesi e 17 anni, e’ del 41%. “Questa stagione sta picchiando duro” fra i giovani adulti “ed e’ probabile che la stagione influenzale duri ancora per qualche tempo. Non e’ troppo tardi per avere il vaccino”, sottolinea Frieden. In Italia quest’anno, riferisce Pregliasco, “i primi segnali ufficiosi indicano una ripresa di fiducia verso l’iniezione scudo fra gli anziani”. Anche se le istituzioni sanitarie negli States insistono sul fatto che la vaccinazione e’ la migliore arma, la prima linea di difesa, hanno anche riconosciuto che alcune persone pur vaccinate si ammaleranno, e in almeno 6 casi di influenza fatali presi in considerazione dal report californiano i pazienti morti si erano sottoposti alla vaccinazione. Gli esperti di Oltreoceano invitano dunque i medici a intervenire tempestivamente sui pazienti che hanno sperimentato gravi sintomi influenzali e invitano all’uso di farmaci antivirali dove necessario.

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