Ricostruita l’evoluzione del Dna degli sherpa: i geni che permettono di adattarsi alla vita in alta quota sono ”un’esclusiva” delle popolazioni tibetane e la loro origine risale a 30.000 anni fa. Lo studio realizzato da un gruppo di ricercatori coordinato dall’italiana Anna De Rienzo dell’Universita’ di Chicago e pubblicato su Nature Communications dimostra che i ‘geni degli sherpa’ sono stati tramandati di generazione in generazione per poi diffondersi anche nelle popolazioni che arrivavano da quote piu’ basse. Il basso livello di ossigeno che si ha a partire da quote superiori ai 4.000 metri pone serie difficolta’ al corpo umano, come ad esempio un aumento del rischio trombosi, eppure le popolazioni tibetane hanno sviluppato un adattamento genetico che ha permesso loro di superare il problema. La chiave e’ in particolare nelle varianti di due geni, Egln1 e Epas1, tipiche delle popolazioni di quest’area. Per capirne l’origine evolutiva i ricercatori hanno analizzato il genoma dei tibetani, tra cui 69 sherpa, e scoperto che queste caratteristiche hanno avuto luogo circa 30.000 anni fa. E che nel complesso il Dna degli attuali tibetani deriverebbe dalla fusione di due antichi pool genetici. “Uno – ha spiegato Di Rienzo – dalla popolazione dei primi migrati alle alte quote e adattato all’ambiente. L’altro dalle piu’ recenti migrazioni dalle zone piu’ basse e che ha acquisito attraverso gli incroci con la popolazione residente delle alte quote gli alleli vantaggiosi formando cosi’ quelli che oggi definiamo tibetani”.