La mandorla è il seme commestibile del mandorlo, una pianta alta circa 10 metri, appartenente alla stessa famiglia del pesco, le Rosacee: i suoi semi, le mandorle, sono racchiusi in un guscio legnoso a sua volta contenuto in un nocciolo. Il mandorlo, originario dell’Asia, cresceva già nell’Età della pietra ed era coltivato a partire dall’Età del bronzo, pertanto la mandorla divenne il primo frutto lavorato dell’antichità. La pianta fiorisce prima rispetto alle altre, stando ad una leggenda greca secondo cui Demofonte, partito per Atene a causa dell’improvvisa morte del padre, promise a Fillide, sua futura sposa, di tornare nel più breve tempo possibile, ma ritardò così tanto che lei si impiccò e sulla sua tomba nacque un albero di mandorlo dalle foglie inaridite. Per fortuna ci pensarono gli dei a rinvigorire la chioma, mossi a compassione da Demofonte che scoprì la tragedia 3 mesi dopo, versando lacrime sull’albero spoglio. Gli dei, infatti, ricoprirono il mandorlo di verde con splendidi fiori.
La mandorla, ritenuta dai Romani un rimedio contro l’ubriachezza, divenne uno degli ingredienti più usati durante il Medioevo, sia nella cucina di corte, che per gli afrodisiaci e i filtri d’amore. Questo eccezionale rappresentante della frutta secca, dal gusto squisito e dall’uso versatile, è pieno di proprietà benefiche: per la presenza di acidi grassi monoinsaturi (gli stessi contenuti nell’olio di oliva), di fibre, di alfa-tocoferolo e di sali minerali, si rivela molto utile nel ridurre i fattori di rischio del diabete e della malattie cardiovascolari, tra cui il peso corporeo, l’omeostasi glicemica, l’infiammazione e lo stress ossidativo. Le mandorle contengono piccole quantità di laetrile, cui è attribuita la reputazione di sostanza anti-cancro; emulsina, un enzima che favorisce la digestione dei cereali e dei cibi ricchi di amidi e di minerali (calcio, magnesio, potassio, ferro, zinco), per cui sono indicate nei casi di forte debilitazione, quando l’organismo richiede un maggior fabbisogno energetico (es. in gravidanza, convalescenza, attività sportiva intensa).
Sono poi un’ottima fonte di acido folico, adatte per le donne in stato interessante che ne traggono beneficio anche contro il problema della stipsi, tipico della gravidanza; contengono vitamina E, che attenua il rischio di attacchi cardiovascolari e il suo effetto, combinato a quello dei grassi insaturi, contribuisce a ridurre la crescita della placca aterosclerotica nelle arterie; contengono acido oleico, che riduce la pressione sanguigna; sono ricche di antiossidanti che combattono i radicali liberi, svolgendo un’azione anti-age per l’organismo e per la pelle; contrastano l’anemia (grazie alle vitamine del gruppo B e al ferro). Il latte di mandorle è un ottimo rimedio rinfrescante per l’intestino e per la vescica, grazie alle sue proprietà lassative; mentre l’olio di mandorle dolci (ricco di proteine, sali minerali e vitamina A), ha un’azione emolliente e lenitiva, combattendo l’invecchiamento della pelle e la secchezza cutanea, le smagliature in gravidanza, serve per ridare vigore e lucentezza ai capelli, allevia il prurito in caso di morbillo, varicella, eczema ed accelera la guarigione della dermatosi.
Le mandorle hanno però un apporto calorico elevato (circa 600 calorie ogni 100 gr.), per cui meglio non abbondare, mangiandone massimo 20 al giorno. Troppe possono interagire con dei farmaci antipsicotici a causa della presenza di manganese, oltre a poter interferire con lassativi, antiacidi e farmaci per la pressione arteriosa. Inoltre, una quantità eccessiva di vitamina E, può portare a sonnolenza, visione offuscata , mal di testa, diarrea e flatulenza. Le mandorle, ricche di fibre alimentari, sono ottime contro la stitichezza, ma troppe provocano gonfiore addominale e meteorismo.