Ambiente, l’11 aprile del 1991 l’affondamento della Haven nel Golfo di Genova: il peggior disastro petrolifero nel Mediterraneo

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havenSono passati 23 anni da quello che ancora oggi è considerato il più grave disastro ambientale che abbia colpito il mar Mediterraneo: l’affondamento della petroliera Haven nel Golfo di Genova. La Haven batteva bandiera cipriota, era lunga 335 metri ed aveva una capacità di carico di 230 mila tonnellate di petrolio. La mattina dell’11 Aprile 1991, durante un’operazione di travaso di greggio si verificò un’esplosione a bordo che causò la morte di cinque membri dell’equipaggio.
Al momento dell’esplosione la petroliera Haven trasportava 144 mila tonnellate di greggio iraniano caricato nel porto di Karag Island (Iran) e destinato a Genova.

Subito dopo l’esplosione il petrolio iniziò a riversarsi in mare, mentre un vasto incendio creava una enorme colonna di fumo (alta 300 metri) e causava nuove esplosioni che rendevano pericolose le operazioni di contenimento del greggio. La nave venne avvicinata alla costa con dei rimorchiatori, ma nel frattempo si spezzò. Dopo 3 giorni di incendio, la Haven affondò il 14 aprile adagiandosi sui fondali a circa 80 metri di profondità, a circa 1,2 miglia dalla spiaggia di Arenzano.

moby-prince-3Secondo alcune stime dal momento dell’esplosione all’affondamento bruciarono 90 mila tonnellate di petrolio. Per fortuna il vento tenne lontano il fumo tossico dalla terraferma. Grandi quantità di greggio raggiunsero però le coste liguri, mentre decine di migliaia di tonnellate di petrolio sarebbero ancora imprigionate nelle stive in profondità, fuoriuscendo lentamente. A 23 anni da quel grave incidente i danni sono ancora ben presenti, anche se visibili solo dai subacquei: il fondale continua ad essere infatti fortemente contaminato.

Soltanto 12 ore prima dell’esplosione sulla petroliera Haven, circa 100 km più a sud avveniva il tragico speronamento del traghetto Moby Prince, che da Livorno si dirigeva verso Olbia in Sardegna. L’incidente, nel quale persero la vita 140 persone (tutti passeggeri e membri dell’equipaggio del traghetto), è considerato ancora oggi uno dei “misteri italiani” a causa dei tanti depistaggi e insabbiamenti che hanno reso difficilissima l’opera investigativa dei magistrati, e a causa delle numerose testimonianze sulla presenza di navi militari  nella rada del porto di Livorno al momento dell’incidente. Navi “fantasma” perché invisibili ai radar, e delle quali ancora oggi non si sa quasi nulla (anche se alcuni lavori giornalistici hanno portato un po’ di luce sulla vicenda, svelando scenari inquietanti).

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