Alla scoperta del Ginkgo biloba, la più antica pianta a semi che Darwin definì “fossile vivente”

MeteoWeb

Medion   DIGITAL CAMERAIl Ginkgo è la sola specie vivente del gruppo delle Ginkgophyta ed è la pianta a semi più antica. Piante molto simili ad essa, infatti, erano diffuse su tutte le terre emerse nel Giurassico e nel Cretaceo, ma andarono poi progressivamente scomparendo, tranne questo grande albero che Darwin definì “fossile vivente”. La pianta, che raccoglie da sempre l’interesse di artisti e poeti in tutto il mondo (tra i più illustri Wolfgang Goethe, che le dedicò uno scritto), è probabilmente originaria della Cina interna, considerata per molto tempo estinta allo stato spontaneo, è stata però ritrovata in formazioni boschive naturali in una piccola zona nei pressi di Nanchino.

GINKGO BILOBA 1Il Ginkgo è comunque coltivato da sempre nei giardini dei templi e dei luoghi di culto in Cina e soprattutto in Giappone, venerato come “albero sacro” poiché si riteneva che proteggesse dai cattivi spiriti, oltre a rappresentare il simbolo della coincidenza tra gli opposti e dell’immutabilità delle cose. Il nome del genere “Ginkgo” ha origini giapponesi e significa “albicocca d’argento” (gin=argento; kyo=albicocca) dato che i semi, a maturazione, sembrano albicocche infarinate. Il nome della specie, “biloba”, si riferisce alla forma bilobata della foglia. “Ginkgo” è però un nome erroneo, causato da un errore di stampa riportato da Linneo (in Mantissa plantarum, 1767), al posto di “Ginkyo”, che rappresenta la pronuncia originale del nome giapponese. Questo nome, però, è ormai fissato dalle regole di nomenclatura.

GINKGOLa pianta più anticamente citata al mondo, descritta per la prima volta, nel 2800 a.C., nella materia medica cinese, Pen T’Sao Ching, era adoperata già allora dai cinesi contro mal di denti, infezioni, indigestione, asma e geloni, mentre i medici ayurvedici la consideravano un elisir di lunga vita. Le proprietà terapeutiche sembrano essere dovute all’attività antiossidante e antagonista del PAF, il cosiddetto “Fattore attivante le piastrine” (Platelet Activating Factor), oltre che dei flavonoidi e dei lattoni tripertenici (gingkolidi e bilobalidi). Il Ginkgo biloba riduce e rallenta i sintomi e la progressione delle demenze e del morbo di Alzheimer, allevia le manifestazioni di claudicazione intermittente, migliora la funzione cognitiva e potenzia la memoria, riduce il mal di montagna, migliora le prestazioni sessuali (migliora la funzione erettile, aumenta il desiderio sessuale (libido) negli uomini e nelle donne), facilita l’ossigenazione del cervello, migliora la circolazione sanguigna, attenua i sintomi e la frequenza dell’emicrania, protegge arterie, vene e capillari, combatte i radicali liberi grazie ai flavonoidi, rallentando i processi di invecchiamento e proteggendo i tessuti dell’organismo, protegge il cuore sia per la sua azione antiossidante, che per la sua capacità di interferire con i meccanismi che regolano la coagulazione sanguigna (la pianta, infatti, riduce l’aggregabilità delle piastrine e migliora la fluidità del sangue, facilitandone lo scorrimento nei capillari sanguigni), riduce il gonfiore alle caviglie e le dimensioni dei capillari e/o delle varici venose.

GINKGO 2Alcuni studi clinici hanno evidenziato che il Ginkgo, riducendo notevolmente la quantità di radicali liberi che potrebbero raggiungere i vasi sanguigni della retina e danneggiarli, è utile a contrastare la retinopatia diabetica, oltre ad apportare benefici in caso di disturbi dell’udito, sulle vertigini e sui ronzii. L’estratto di Ginkgo è usato contro le allergie, riducendo la liberazione di istamina da parte dei mastociti. Il Ginkgo è controindicato in gravidanza e allattamento, và somministrato con cautela in pazienti che assumono contemporaneamente anticoagulanti, fluidificanti del sangue e antiaggreganti piastrinici, inibitori del MAO e FANS o acido acetilsalicilico. Durante il periodo di assunzione è consigliabile evitare l’esposizione al sole e/o a lampade abbronzanti, perché fotosensibilizzante.

Condividi