Chiunque si sia soffermato su un’area fluviale, lacuale o marina, conosce gli effetti gravitazionali della Luna nei confronti della Terra. Stiamo parlando delle maree, un moto periodico di ampie masse d’acqua che si innalzano (flusso, alta marea) e abbassano (riflusso, bassa marea) anche di 10-15 metri con frequenza giornaliera o frazione di giorno. Al contrario, vista l’assenza di masse liquide sulla Luna, l’attrazione gravitazionale della Terra si rende meno evidente. Ora, un nuovo studio condotto dagli scienziati della NASA, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters – mostra che anche il nostro satellite subisce una deformazione della sua superficie in risposta alla posizione del nostro pianeta. “La deformazione della luna a causa della trazione della Terra è molto difficile da misurare, ma saperne di più su ci dà indizi circa l’interno della Luna“, ha spiegato Erwan Mazarico, un ricercatore del MIT che lavora presso il Goddard Space Flight Center della NASA. Naturalmente si tratta di una deformazone impercettibile ad occhio nudo, che rende il nostro satellite perfettamente tondo alla nostra visuale. Il team è riuscito a risalire ai sottili cambiamenti grazie ai dati estremamente precisi del Lunar Reconnaissance Orbiter e del Gravity Recovery and Interior Laboratory della missione Graal. Così, proprio come la Luna attrae a sé gli oceani, la superficie lunare si gonfia leggermente, anche di 20 metri in alcuni punti. Un fenomeno che gli stessi scienziati NASA hanno ribattezzato “il tiro alla fune”.