L’allopurinolo e’ considerato il farmaco d’eccellenza per il trattamento degli attacchi ricorrenti di gotta e le linee guida ne raccomandano l’utilizzo anche per la prevenzione di tale patologia. La molecola infatti agisce riducendo la formazione di acido urico da parte dell’organismo, il cui eccesso e’ associato a quella che un tempo veniva definita ”la malattia dei re” e che oggi e’ una delle forme di artrite infiammatoria piu’ comuni negli anziani. Ricercatori dell’Universita’ degli Studi di Milano, dell’AO L. Sacco, del Centro Regionale di Farmacovigilanza e dell’IRCCS E. Medea di Bosisio Parini hanno pero’ evidenziato alcune reazioni cutanee avverse gravi ad allopurinolo. Aspetto importante e’ che in molti di questi casi tali reazioni avverse sono insorte in presenza di una inappropriatezza nella prescrizione del farmaco. In particolare l’allopurinolo veniva somministrato a pazienti i cui livelli di uricemia non necessitavano di trattamento farmacologico. Infatti l’iperuricemia asintomatica, cioe’ la presenza nel sangue di alti livelli di acido urico, necessita raramente di trattamento in quanto pochi pazienti con questo stato patologico sviluppano poi la gotta. Lo studio ”Allopurinol Overuse in Asymptomatic Hyperuricemia” e’ stato appena pubblicato sul giornale della American Medical Association JAMA Internal Medicine. Nel lavoro e’ stata valutata l’appropriatezza prescrittiva dell’allopurinolo, senz’altro un farmaco prezioso ma anche particolarmente delicato: e’ noto infatti che il 5% dei pazienti trattati con allopurinolo deve sospendere la terapia a causa dell’insorgenza di reazioni avverse. Nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza infatti e’ il farmaco piu’ segnalato nei casi di sindrome di Lyell, una grave malattia cutanea con un alto tasso di mortalita’. Questo risultato e’ emerso all’interno del progetto regionale di farmacovigilanza ViGer, finanziato dal Centro Regionale e coordinato dalla UO di Farmacologia Clinica dell’Azienda Ospedaliera L. Sacco – Polo Universitario e finalizzato a monitorare le reazioni avverse ai farmaci nella popolazione anziana. ”E’ importante – dice Emilio Clementi, responsabile dello studio – un approccio corretto alla terapia, soprattutto nel paziente anziano in politerapia, dove il rischio di reazioni avverse gravi e’ maggiore”. Da questa osservazione e’ nata anche una nota redatta dal Centro Regionale di Farmacovigilanza distribuita a tutti i medici ospedalieri e del territorio in modo da permettere un immediato miglioramento della pratica clinica relativamente all’utilizzo di questo farmaco.