Per la prima volta gli scienziati dell’esperimento CMS presso l’acceleratore Large Hadron Collider (LHC) del CERN di Ginevra sono riusciti a trovare prove del decadimento diretto del bosone di Higgs in fermioni. Secondo quanto si riteneva in precedenza, la particella di Higgs avrebbe potuto essere rilevata solo attraverso il suo decadimento in bosoni. “Questo e’ un importante passo avanti”, ha spiegato Vincenzo Chiochia dell’Universita’ di Fisica dell’Istituto di Zurigo, il cui gruppo e’ stato coinvolto nell’analisi dei dati. “Ora sappiamo che la particella di Higgs puo’ decadere sia in bosoni che fermioni, il che significa che possiamo escludere alcune teorie che predicono che la particella di Higgs non si accoppi ai fermioni”, ha aggiunto. Come gruppo di particelle elementari, i fermioni costituiscono la materia, mentre i bosoni fungono da vettori di forza tra i fermioni. I ricercatori hanno analizzato i dati raccolti presso l’LHC tra il 2011 e il 2012, combinando il decadimento dell’Higgs in bottom quark e leptoni tau, entrambi appartenenti al gruppo dei fermioni. I risultati hanno rivelato che un accumulo di questi decadimenti si registra in un bosone di Higgs con massa pari a circa 125 GeV e con un “significato” di 3.8 sigma (in Fisica delle particelle una scoperta e’ considerata confermata da un “significato” di cinque sigma). La ricerca e’ stata pubblicata su ‘Nature Physics’.