Un wigwam, detto anche wickiup o wetu, è un’abitazione a forma di cupola impiegata un tempo da alcune tribù native americane; utilizzata ancora oggi a scopo cerimoniale. Le capanne cupolari rappresentano, ancora oggi, la casa delle popolazioni nomadi africane, per cui non deve sorprenderci che il designer Antony Gibbon si sia ispirato proprio al wigwam per ideare The Nook, un moderno rifugio sostenibile che può essere installato in terreni difficili e può persino galleggiare sull’acqua, trasformandosi in zattera grazie ai contenitori riciclati che nasconde sotto.
La sua creazione è davvero versatile, potendo servire come ufficio, dotato di scrivanie e persiane, laboratorio, chalet o come piccolo alloggio per i turisti. The Nook, nelle sue dimensioni standard, misura 6 metri di diametro e 3,7 altezza, ma Gibbon ha pensato ad una soluzione ancora più spaziosa, comprensiva di secondo piano. In realtà, la forma è più simile ad un tepee che al classico wigwam ed i materiali sono rigorosamente naturali: telaio in legno, rivestito da pannelli con doghe in legno, posizionati in modo da proteggere dalla pioggia e consentire alle foglie di scivolare, con sezioni che possono essere aperte per consentire la ventilazione.
The Nook , che ha pareti robuste e resistenti, può essere dotato di WC, doccia, letto e tetto in diverse sezioni in vetro rinforzato per permettere di sfruttare al meglio la luce solare. La struttura, davvero accogliente e confortevole, può ospitare poche persone e può essere adattata alle differenti esigenze personali, prevedendo l’edificazione di un piano in più sul livello del suolo. Può essere installata su pendii collinari, zone costiere e foreste, fondendosi con l’ambiente circostante una volta che il suo legno invecchia ed essa non si presta più alla funzione di cabina-rifugio.