“Spending review virtuosa con vera lotta agli sprechi e destinazione di fondi alla sicurezza del territorio, meno burocrazia con una filiera corta ed idee chiare sulle competenze ma soprattutto riteniamo necessarie strategie operative che consentano di spendere le risorse disponibili con la certezza di conseguire l’obiettivo nei tempi programmati e revisione del Patto di Stabilità. Un territorio sicuro attira investimenti. Chiediamo una Politica di sviluppo responsabile del territorio, il rilancio della cultura geologica dell’Italia nei programmi scolastici per dare nuova spinta alle Scienze della Terra con programmi scolastici mirati che diffondano la cultura del territorio e creino coscienza geologica nei cittadini. Snellimento della macchina burocratica, l’impiego di tecnici in grado di leggere e capire il territorio e il suo evolversi. I geologi devono poter essere componente manageriale strategica per superare definitivamente la logica della difesa a posteriori a favore di un progetto che si muova nell’ottica della prevenzione dal rischio”. Lo ha affermato poco fa , Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, durane la conferenza stampa svoltasi a San Benedetto del Tronto, durante la quale sono stati anche illustrati i dati riguardanti gli studi di microzonazione sismica. “Chiediamo con fermezza che venga fatta prevenzione del rischio sismico ed idrogeologico – ha proseguito Graziano – pianificando gli interventi di mitigazione e messa in sicurezza, supportandoli con un piano di investimenti pluriennali. La salvaguardia del territorio coincide con la sicurezza dei cittadini, sia nella sfera familiare, sia nell’ambito lavorativo. Un territorio sicuro attira investimenti e dunque i soldi spesi in prevenzione hanno un ritorno positivo in termini di salvaguardia di vite umane ed economici. La prevenzione può aiutare la ripresa economica dell’Italia. Non basta fermarsi al solo fronte degli investimenti ma bisogna anche creare i presupposti per diffondere cultura della prevenzione e soprattutto modelli di comportamento che rendano capaci i cittadini di convivere con il rischio”.
I dati degli studi sulla microzonazione sismica effettuati in Italia
“I primi dati degli studi di microzonazione sismica effettuati su 791 Kmq di località abitate , confermano che in Italia – ha affermato in conferenza stampa il Consigliere Nazionale dei Geologi, Giovanni Calcagnì – quasi la totalità dei territori analizzati presenta potenziali amplificazioni forti ed una buona percentuale ,ben il 12 %, presenta anche fenomeni di instabilità come frane e liquefazioni in caso di sismi intensi. E’ la prova provata di quanto i geologi predicano da tempo: la grande vulnerabilità sismica italiana deriva anche da progettazioni basate su classificazioni sismiche di arcaica concezione”.
Nelle Marche
“Nelle Marche più di 80 i comuni dove sono stati effettuati gli studi di microzonazione sismica – ha dichiarato Andrea Pignocchi, Presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche – e dunque è stata studiata quella parte del territorio più abitata, tutti i comuni con più di 7500 abitanti. Siamo dinanzi ad un esempio interessante, ad un modello da implementare ulteriormente”.
Il modello San Benedetto del Tronto sulla sicurezza delle scuole
“Oggi il Castello Sant’Andrea è un monumento a forte rischio. Nei prossimi mesi però è probabile che vengano notizie positive da Roma”. Lo ha affermato Giovanni Gaspari, sindaco di San Benedetto del Tronto che oggi in conferenza stampa ha lanciato l’allarme sulla messa in sicurezza dei monumenti. Ma San Benedetto è un modello. “Dopo otto anni di lavoro – ha concluso il sindaco di San Benedetto del Tronto – la maggior parte dei plessi di competenza comunale ha visto significativamente elevati gli standard di sicurezza, in molti casi raggiungendo il pieno adeguamento alla normativa in materia di rischio sismico. Anche se non direttamente correlato al superamento del rischio da terremoti, vorrei anche rilevare l’importantissimo intervento di messa in sicurezza del sottosuolo del Paese alto l’antico incasato cittadino caratterizzato dalla presenza di grotte e cunicoli che ne mettevano seriamente in pericolo la stabilità. Il lavoro, finanziato dal Ministero dell’Ambiente e che ha visto l’apporto determinante di geologi appositamente incaricati, è ormai alle battute finali e per la città è un altro sospiro di sollievo da poter tirare. Senza dimenticare poi l’attività di protezione civile, anch’essa affinata nel corso degli anni tramite l’organizzazione di un attivo ed entusiasta gruppo di volontari che operano sotto il coordinamento della Regione Marche e l’approvazione e il costante aggiornamento di un piano di protezione civile che ha visto applicazione in diverse esercitazioni”.
E domani , fino al 12 Settembre , ben 600 geologi saranno al Palariviera per la Convention Nazionale sui terremoti.