Il Parco Nazionale della Valle di Jiuzhaigou, situato nel distretto autonomo Aba delle etnie Qiang e Tibetana, nella provincia del Sichuan, Cina sud-occidentale, comprende una straordinaria vallata lunga oltre 40 km in cui si trovano laghi unici colorati , incantevoli cascate, dense foreste da cui spuntano picchi nevosi che si elevano sino a 4.500 metri sul livello del mare, attirando ogni anno sempre più turisti da tutto il mondo. Jiuzhaigou, che in cinese si scrive ??? e significa “Valle dei Nove Villaggi,” offre un paesaggio incantevole, popolato da più di 200 specie di uccelli, da animali e piante a rischio estinzione, tra cui panda giganti, scimmie dorate, gnu, cervi dalla lingua bianca, numerose orchidee e rododendri, azalee, foglie d’acero, con i costumi locali del popolo tibetano e delle genti Qiang che contribuiscono a conferire un’atmosfera magica al luogo, regalando fortissimi impatti scenici.
La leggenda narra che, in un tempo remoto, il dio della montagna, Dago, si fosse perdutamente innamorato della dea Semo e le avesse regalato uno specchio, fatto di vento e nuvole. Il loro amore era però turbato dalla presenza di un demone. Semo, inavvertitamente, ruppe lo specchio, che si frantumò in 108 pezzi, i quali, cadendo sulla Terra, si trasformarono nei coloratissimi laghi della Valle di Jiuzhaigou, chiamati anche “Haizi” (“Figli del mare”) dalle genti del posto. Il parco di Jiuzhaigou, dichiarato riserva nazionale dello Stato cinese nel 1978, luogo panoramico protetto nel 1982, per poi essere inserito dall’Unesco nella lista del Patrimonio naturale mondiale nel 1992, è magico per le sue acque: il Lago lungo, lo Stagno variopinto, il Lago dei cinque fiori, il Lago del panda gigante, il Lago del pavone, la Spiaggia delle perle, ampia più di 300 metri, il Lago dello specchio, la Cascata di Nuorilang e gli altri bei punti turistici continuano ad attrarre numerosi turisti. Si tratta di un luogo non solo naturalmente bello ma anche importante; infatti Jiuzhaigou è un ecosistema ricco di tesori naturali che la popolazione locale, di etnia tibetana, rispetta, cura e protegge. La stagione migliore per visitarlo è l’autunno, magari ammirando prima le foreste variopinte e poi le acque, ancora più surreali in questo periodo grazie al riflesso della luce, all’abbondanza d’acqua e alle coloratissime foglie.