Ricostruito l’identikit dei primi eschimesi, che 6.000 anni fa abitarono l’estremo Nord del continente americano. Capire che aspetto avessero e da dove provenissero è stato possibile confrontando i dati genetici di individui antichi e moderni. Il risultato, pubblicato sulla rivista Science, si deve alla ricerca internazionale coordinata da Maanasa Raghavan, dell’università danese di Copenhagen. Finora era stato molto difficile ricostruire la storia del popolamento della regione artica nordamericana, l’ultima ad essere abitata dell’intero continente. Sulla base di indizi ricavati da scavi archeologici gli studiosi pensano che i primi abitanti (paleo-eschimesi) siano arrivati dalla Siberia circa 6.000 anni fa, attraversando lo stretto di Bering e che siano vissuti in quei luoghi fino al 1300 dopo Cristo. Soltanto adesso i dati genetici hanno permesso di ricostruirne fedelmente le origini. Il Dna degli antichi eschimesi è stato estratto da ossa, denti e capelli di oltre 150 antichi individui ritrovati tra Siberia, Alaska, Canada e Groenlandia. Quindi è stato confrontato con quello di sette individui contemporanei che vivono nell’estrema regione nord americana. E’ emerso che, contrariamente a quanto riportato da studi precedenti, i paleo-eschimesi sono arrivati in Nord America in modo del tutto indipendente dalle migrazioni che hanno dato origine ai nativi americani. I paleo-eschimesi e l’attuale popolazione artica condividono hanno invece un comune antenato siberiano e facevano parte di un’unica popolazione. Quando i paleo-eschimesi hanno raggiunto, l’Artico, però, la popolazione unica non esisteva più e i due gruppi sono sempre stati separati.