Individuati nel Kurdistan iracheno, nei territori dell’antico Impero Assiro, quasi 500 siti archeologici, grazie ai quali sara’ possibile ricostruire piu’ di 10 mila anni di storia – dall’8000 a.C. ai giorni nostri – di una delle culle della civilta’. E’ il frutto della terza campagna della missione archeologica nell’Iraq settentrionale, nella provincia di Dohuk, presentata oggi all’Universita’ di Udine. Gli scavi sono stati condotti nell’ambito del ‘Progetto archeologico regionale Terra di Ninive’, partito nel 2012, per il quale l’ateneo friulano ha ricevuto, dalle autorita’ regionali del Kurdistan e da quelle centrali di Baghdad, la piu’ ampia licenza di ricerca archeologica mai rilasciata a una missione straniera in Iraq. E’ stata rinvenuta anche una serie di necropoli, risalenti a diversi periodi dal 2.700 al 600 a.C, dove sono state ritrovate tombe a cremazione, rituale funerario sconosciuto in Assiria, ma praticato in Anatolia orientale e Siria settentrionale. La scoperta, secondo Morandi Bonacossi, professore di Archeologia del Vicino Oriente antico e direttore della missione, apre la strada all’ipotesi che i resti dei defunti appartengano ai prigionieri delle campagne militari dei sovrani assiri che, nel primo millennio a.C., “deportarono oltre un milione trecentomila persone compiendo uno dei piu’ antichi crimini di guerra”. Per la conferma saranno necessarie ulteriori analisi di laboratorio. Le tre campagne del progetto archeologico regionale Terra di Ninive (Parten) sono state sostenute anche dal ministero degli Affari esteri e dalla Regione Friuli Venezia Giulia. In particolare, la Regione ha partecipato all’impegno di questa missione attraverso Informest, l’Agenzia per lo sviluppo e la cooperazione economica internazionale che ha compartecipato al finanziamento con due tranche da 80 mila (2012) e 25 mila euro (2013) per l’acquisto di attrezzature tecniche e per lo svolgimento delle attivita’ di scavo. “La Regione e’ orgogliosa di sostenere un progetto di tale qualita’ in un’area straordinaria per la sua ricchezza archeologica”, ha commentato l’assessore regionale ai Beni culturali, Gianni Torrenti, che ha partecipato alla presentazione.